Grande successo per la presentazione del primo libro di poesie di Giorgia Soleri “La Signorina Nessuno”, svoltasi nella serata di ieri a Vibo Valentia, in occasione della terza edizione del ‘Valentia in festa’, organizzata dall’associazione Valentia. La modella, influencer e scrittrice milanese è nota per il suo attivismo per il riconoscimento delle malattie della vulvodinia e della neuropatia del pudendo. Tante le persone intervenute sul palco insieme a lei, dal Presidente del Consiglio di Vibo Rino Putrino alla Sottosegretaria al Sud Dalila Nesci. Al termine dell’evento, la Soleri si è emozionata per aver ricevuto una targa dal sindaco di Pizzo, Sergio Pititto e dal consigliere alla cultura Gioacchino Puglisi “per il grande impegno sociale profuso in favore della salute delle giovani donne”.
“A Pizzo è stata inaugurata più di un anno fa la seconda panchina gialla d’Italia per sensibilizzare l’intera comunità su una patologia fortemente invalidante e di cui si parla ancora troppo poco: l’endometriosi”, così il sindaco di Pizzo è intervenuto sul palco del Valentia in festa, sottolineando l’impegno del comune di Pizzo che, attraverso una proposta che sarà fatta dal consiglio comunale, vorrebbe sostenere e portare all’attenzione del Consiglio regionale l’approvazione della legge già presentata a livello nazionale dall’associazione che fa capo alla Soleri e che prevede il riconoscimento della vulvodinia e neuropatia del pudendo nei livelli essenziali di assistenza come malattie croniche e invalidanti. Il testo della proposta di legge prevede l’individuazione di centri di riferimento pubblici regionali per il corretto trattamento del dolore pelvico, l’esenzione dalla partecipazione alla spesa pubblica per le relative prestazioni sanitarie. La vulvodinia, infatti, ad oggi, resta ancora poco conosciuta, difficile da diagnosticare e costosa da curare: secondo quanto dichiarato dal comitato, che riunisce cinque associazioni italiane che si occupano di queste sindromi, le spese mediche per una persona che deve conviverci vanno dai 300 ai 500 euro al mese. Necessario sarà l’istituzione di una commissione nazionale finalizzata ad emanare le linee guida per i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, l’istituzione di un fondo nazionale specifico e di un registro nazionale per la raccolta dati, e ancora la promozione di una formazione medica specifica sul tema, lo stanziamento di fondi per la ricerca e un’altra serie di misure a sostegno delle donne che soffrono di questa malattia.
“Con l’augurio che il tutto possa essere presto tramutato con l’approvazione della legge che attualmente è deposita alle Camere”- ha concluso Pititto.