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PSC Catanzaro, l’incontro che chiama a raccolta i sindaci del territorio: “Ragionare insieme su nuova strategia urbanistica per una Calabria sostenibile e inclusiva”

di Gaia Serena Ferrara– A Catanzaro si torna a parlare di sostenibilità e inclusività urbana.

Dopo aver inaugurato un primo ciclo di incontri sulla mobilità urbana sostenibile nei mesi scorsi con la partecipazione della cittadinanza, enti di categoria ed esercenti commerciali del centro storico, oggi è la volta dell’iniziativa voluta dalla vicesindaca Giusy Iemma e realizzata con il supporto del PD della Calabria, dal titolo “PSC e nuove forme dell’abitare”.
Un appuntamento che ha chiamato a raccolta i sindaci del territorio, oltre che i rappresentanti e gli esponenti del partito democratico, e che prende le mosse da un risultato storico per la città di Catanzaro: la conclusione della conferenza di pianificazione del PSC.

L’approvazione del preliminare del PSC nella nostra città è una piccola grande rivoluzione, un passaggio non tanto formale ma sostanziale – ha commentato Iemma – per molte ragioni. Prima fra tutte, l’abbandono definitivo del PRG (il Piano Regolatore) considerato per anni il principale responsabile della speculazione edilizia nel Capoluogo”.
La seconda ragione attiene all’ampiezza del dibattito odierno, che non è stato relegato ai confini comunali ma ha assunto invece respiro regionale (generalmente, infatti, temi come quello del PSC si discutono in un ambito più ristretto), a testimonianza di quanto sia fondamentale che le città escano dal loro isolamento e ragionino insieme su nuove forme di sviluppo.

Non a caso protagonisti dell’incontro sono stati i sindaci Fiorita e Falcomatà (un blocco imprevisto sull’autostrada ha impedito al sindaco Caruso di presenziare a sua volta) che, in merito alle riflessioni sul PSC, hanno convenuto sull’importanza degli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio per lavorare sullo sviluppo sostenibile della città.

“Una visione di città inclusiva, sostenibile e solidale” è stato il concetto promosso in primis dal sindaco Fiorita, incentrato sul recupero delle periferie e sull’utilizzo responsabile delle risorse: “E’ necessario che tutto quello che facciamo oggi possa durare nel tempo e, in questo senso, stiamo mettendo in campo molti progetti sui quali però non mi esprimo oltre”. Una progettualità sicuramente condivisa anche dal sindaco di Reggio, Falcomatà, che ha invece posto l’accento sulla necessità di un “cambio di paradigma regionale” parlando di una Calabria che non si isola e che trova nelle città un punto di forza, ma che soprattutto si discosta da quella pratica della “costruzione” come attacco selvaggio al territorio e noncuranza edilizia.

In quanto sindaco di Reggio io porto la testimonianza di una città che fino a qualche tempo fa non aveva strumenti di pianificazione territoriale, fatta eccezione per il piano regolatore risalente agli anni ’70 e responsabile della smania di costruzione che ha portato oggi la città ad avere un numero di abitazioni tale da superare 3 volte il numero di abitanti”. Falcomatà fa riferimento al cosiddetto “ferro della speranza”, ossia quella tendenza a costruire e lasciare incompiuta una struttura in previsione di un futuro abitativo che poi però non si realizza. “E’ questo che il PSC vuole invertire” spiega il sindaco reggino, immaginando di realizzare quella famosa città policentrica dove i quartieri si sviluppino condividendo un’identità comune e dove il cittadino possa avere i servizi a portata di mano.

Questo il senso della città che le amministrazioni comunali calabresi intendono disegnare, tenendo conto anche della nuova cultura dell’abitare e dei cambiamenti a cui la società è andata incontro dal Covid in poi: si pensi alla rinnovata centralità degli impianti sportivi, degli spazi verdi, di occasioni di sviluppo sociale e culturale oltre che urbano. Anche in questa circostanza, come in molte altre simili, la parola chiave per lo sviluppo della Calabria è quella del “fare rete” e di portare avanti politiche comuni che contribuiscano al consolidamento di buone pratiche.

Centrismo, solidarietà, recupero delle periferie sono quindi i nodi centrali della nuova visione unitaria che si vuole dare della città. E a tal riguardo Iemma ha aggiunto, in conclusione: “Sono tanti gli interventi che ci prefiggiamo tramite il PSC, ma lo scopo primario è quello di creare e restituire ai cittadini una città accogliente e integrata, più attrattiva, con nuove prospettive di crescita e di sviluppo”.

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