“L’Associazione nazionale dei magistrati e’ descritta come un sindacato dei magistrati, ma e’ molto di piu’: e’ il momento di sintesi delle varie sensibilita’ anche culturali che ci sono dentro la magistratura. Non e’ un caso che tra i primi atti di gestione della magistratura da parte del regime fascismo ci fu l’eliminazione dell’Anm proprio perche’ da sempre e’ stato molto piu’ che un sindacato. Un interlocutore pubblico come il governo che percepisce non come contributo, ma come una interferenza le critiche che gli vengono rivolte perche’ non sono coerenti con quella che e’ la sua impostazione secondo me manifesta una debolezza genetica della proposta”. Lo ha detto sul palco di Trame Festival Stefano Musolino, a Lamezia Terme, il nuovo procuratore aggiunto di Reggio Calabria e segretario nazionale di Magistratura democratica.
“Ci sono un po’ di frodi – ha proseguito – delle etichette in questa riforma: ci sono 5000 fascicoli iscritti sull’abuso d’ufficio perche’ purtroppo siamo lo sfogo delle inefficienze della pubblica amministrazione, ne scremiamo il 90% e sul 10% esercitiamo l’azione penale. E’ interessante capire quanto di questo 10% va poi a condanna, con una norma che ci hanno cambiato sempre. L’ultima riforma del 2020 ha infatti ulteriormente ridotto lo spazio della rilevanza penale delle condotte di abuso d’ufficio”.