“Faremo le nostre ricerche di documenti e di acquisizioni che con riservatezza, la stessa astrattamente dovutaci, analizzeremo e prospetteremo all’autorità giudiziaria. La sola motivazione di una perquisizione è bastata a scatenare una serie di pregiudizi. L’indagine è all inizio. L’accusa pubblica e quella privata, numerosa hanno tutte diritto e dovere ad operare raccogliendo elementi. Lo faremo anche noi in silenzio”. Lo ha detto all’Adnkronos l’avvocato Pasquale Carolei, il legale dei tre finanzieri indagati nell’ambito dell’inchiesta sul naufragio di Steccato di Cutro costato la vita ad almeno 90 migranti, tra cui 35 bambini.
Sono sei gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul naufragio di Cutro. Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica di Crotone ha emesso un decreto di perquisizione nei confronti del tenente colonnello Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia della Guardia di Finanza; ad Antonino Lopresti, dello stesso Roan, operatore di turno la notte della tragedia, e al colonnello Nicolino Vardaro, comandante del Gruppo aeronavale di Taranto.
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Lo stesso provvedimento è stato notificato ad altre tre persone i cui nomi, però, ancora non sono stati resi noti. Lo scopo dell’inchiesta è quello di accertare i motivi del mancato intervento in soccorso dei migranti e se sia stata rispettata la normativa che imponeva un intervento a prescindere dalle singole competenze e responsabilità.