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Etnoantropologia, ricerca e natura si trasformano in arte con il progetto “Cantalamissa” di Luana Perilli e dell’Accademia di Catanzaro

Il maltempo che nei primi giorni della settimana ha imperversato in tutta la Calabria non ha impedito alla prima tappa del progetto artistico “Cantalamissa”, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, di svolgersi appieno. Si tratta, dopo una “Tappa Zero” a Parenti (CS) sostenuta dalla locale amministrazione comunale a giugno 2022, dell’avvio delle attività volte a ripercorrere le memorie dei territori lungo gli Appennini per farne una geografia dell’altitudine che unifichi il territorio a partire dalla fauna. Nato dall’idea dell’artista Luana Perilli, il progetto si sviluppa sull’amata phegea, una falena diurna che ha accompagnato i giochi e le esplorazioni più o meno crudeli dei bambini su tutta l’Italia appenninica e che per questo motivo più di altri animali ha trovato vari nomi nei vari dialetti delle comunità (ad esempio in Sila il lepidottero viene chiamato “Cantalamissa”, in ciociaria “Maria Stoppina”).

 

Da qui, tra interviste ai residenti di Cittanova per recuperarne e tramandarne le memorie giovanili e percorsi naturalistici alla scoperta della flora, della fauna e del contatto con gli elementi, gli studenti dei licei e quelli dell’Accademia, hanno avuto modo di rapportarsi con l’ambiente. A guidarli nell’escursione alla Riserva della Poverella, in Sila piccola, il botanico Carmine Lupia. I tre giorni di esperienza si sono conclusi, ieri, nei laboratori didattici dell’Accademia – nella sede del quartiere Materdomini – dove gli studenti si sono dedicati alla realizzazione dei pomelli-impugnatura dei bastoni utilizzati nel corso dell’escursione.

 

Il progetto darà forma ad una produzione audiovisiva che raccoglierà le voci delle persone intervistate nei paesi appenninici e ad una “foresta di sculture”, l’installazione dal titolo “Wanderlust”, nata dalla produzione dei pomelli sui bastoni: «Sono entusiasta di come i ragazzi si siano approcciati al progetto, al laboratorio di scultura: anzi, sono veramente stupita della cura e dell’attenzione con cui hanno affrontato questi tre giorni. Si sono sentiti subito coinvolti nel progetto, sono diventati immediatamente parte integrante di un’intelligenza collettiva che scolpisce. Non solo sono bravi, ma hanno negli occhi una fiaccola di entusiasmo che è veramente contagiosa», ha detto Luana Perilli.

 

La tappa tra Cittanova e la Sila sarà seguita, fino a luglio, da altre iniziative analoghe nel corso delle quali si proseguirà nell’azione di raccolta dei ricordi della popolazione e di costruzione della “foresta di sculture”. Sono direttamente impegnati nella realizzazione dell’iniziativa artistica i docenti Aba Simona Caramia, Giuseppe Guerrisi, Vladimir Costabile, Cristina Gavello, Gianluca Donati e Dobrila Denegri, e gli studenti Bruna Tallarico (Regia), Antonio Galizia (Regia), Sara Campana (Regia), Maria Gilda Perri (Scenografia Multimediale), Michela Teresa Intrieri (Scultura).

 

“Cantalamissa”, come detto, è un progetto che si propone di indagare le differenze etnoantropologiche tra le popolazioni che vivono nell’Italia appenninica. Si allarga quindi il raggio di azione e la capacità di coinvolgimento istituzionale dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, superando i confini regionali per guardare a collaborazioni diffuse in tutta la Penisola: «Mi piace sottolineare – ha detto il direttore Virgilio Piccaricome questo sia un progetto che unisce, che stimola la collaborazione sinergica tanto tra Enti e professionisti della formazione calabresi, quanto coinvolgendo istituti come i due licei artistici direttamente coinvolti nei laboratori, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, quella di Reggio Calabria e quella de L’Aquila».

Ma il progetto, attraverso attività di orientamento operativo rivolta agli studenti di tutta la regione, è anche occasione per promuovere sul territorio calabrese le opportunità formative messe a disposizione dell’Accademia catanzarese: «È un progetto fortemente voluto da un gruppo di colleghi di cui sono orgoglioso perché lavora in forte sinergia per offrire al territorio la vera essenza dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, caratterizzata da grandi professionalità che si spendono con entusiasmo per formare gli studenti e abituarli veramente a operare nel contesto lavorativo a cui aspirano», ha aggiunto Piccari.

Fondamentale per la realizzazione della prima tappa, infine, il contesto in cui gli studenti hanno potuto creare i loro bastoni-scultura. L’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, infatti, ha messo a disposizione i suoi laboratori nell’ampia e attrezzata sede di via Tommaso Campanella, consentendo ai ragazzi di vivere l’esperienza della creazione condivisa di una forma d’arte.

 

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