“Ormai non ho alcun dubbio: per poter far muovere il pachidermico meccanismo dei ministeri, ed in particolare quello della Salute, bisogna che le aggressioni ai sanitari finiscano sulle prime pagine dei giornali. Paiono vane le continue denunce e le tante soluzioni che ho proposto come parlamentare, fino all’estate scorsa, e che, ora, sto proponendo nella mia qualita’ di Segretario del Collegio italiano dei chirurghi”.
Lo afferma Massimo Misiti, che del Cic e’ segretario. “Continuo a ribadire – sostiene in una nota – che riunire un osservatorio “romano” non risolve il problema della violenza sui sanitari: come puo’ una organizzazione del genere conoscere quello che succede in pronto soccorso di Trieste, Aosta, Roma, Napoli, Palermo o Cosenza?
Giusta e doverosa – aggiunge – e’ la presenza delle forze dell’ordine, ma ancora piu’ opportuno sarebbe un osservatorio regionale che si riunisce una volta al mese. Proporre rimedi e creare un ambiente di lavoro idoneo al sereno esercizio delle professioni sanitarie e’ un dovere di chi governa, e gli operatori sanitari vanno tutelati prima che vengano malmenati.
Ma, solitamente, di loro ci si ricorda solo quando si ha bisogno di affrontare personali condizioni di salute cagionevole, facendosi precedere nelle telefonate dal titolo altisonante o dai centralini dei ministeri. Il diretto alla tutela del lavoratore fa parte della buona governance.
Ma di questo – conclude – ci si ricorda soltanto durante la stesura dei programmi politici, per dimenticarselo il giorno del voto”.