Le recenti uscite pubbliche da parte di Legambiente, in particolare del Circolo “Nicà” di Scala Coeli, confermano una volontà di creare falsa informazione sulla gestione della discarica di località Pipino oltre alla malafede con la quale si tenta di generare ingiustificato allarme su presunti pericoli ambientali.
Denunce infondate e confusione creata ad arte, attraverso notizie destituite di ogni fondamento, concorrono alla diffusione di informazioni false e tendenziose che costituiscono fonte di procurato allarme per le popolazioni interessate.
Già da tempo e ben prima delle ultime gravi esternazioni dell’associazione ambientalista, Bieco srl, società proprietaria dell’impianto di località Pipino sita in Scala Coeli, ha fatto ricorso all’Autorità giudiziaria perché si valutino le responsabilità di chi, attraverso pretestuosi esposti e segnalazioni anche sui mezzi di informazione e social, si sta da tempo rendendo protagonista di condotte dalla rilevanza penale.
La misura ormai è colma e di fronte all’ennesimo ritorno di un vero e proprio “ambientalismo ad orologeria”, scatta una nuova querela.
L’azienda non teme alcun esposto o controlli vari per il lungo iter autorizzativo svolto e la perfetta regolarità nella gestione alla luce delle innumerevoli relazioni effettuate dagli organismi di controllo preposti da cui emerge con evidenza che le procedure seguite dalla società Bieco sono conformi al quadro normativo regionale, nazionale e locale.
Nessuna violazione è stata commessa o accertata, né sussistono pericoli di inquinamento ambientale. Contrariamente alle tendenziose dichiarazioni pubbliche degli ambientalisti, gli Organi di controllo si sono sempre attivati per effettuare nuove verifiche sempre con esito negativo ma con il risultato dell’ingiusta e grave interruzione del loro pubblico servizio.
Ancor più grave che le inconsistenti segnalazioni promanino da rappresentanti di associazioni ambientaliste che esercitano l’attività di pubblico ufficiale e che, per ragioni di carrierismo politico, si cimentano in guardiani della natura, ben consapevoli che la verità non può appartenere a chi subisce condanne per falsità, mascherandosi da innocenti solo grazie all’intervenuta prescrizione.
Inoltre, come già ribadito in più occasioni, l’impianto di Scala Coeli è destinato a ricevere solo ed esclusivamente rifiuti speciali non pericolosi. Dal 2000 la Legge vieta l’abbancamento in discarica dei rifiuti solidi urbani. Pertanto, nonostante la continua confusione sul punto montata ad arte da Legambiente, la discarica di località Pipino non può in alcun modo sostituirsi agli impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani, bensì può offrire uno sbocco per lo smaltimento degli scarti che questi impianti producono. Così come può smaltire i fanghi degli impianti di depurazione al fine di evitare che detti impianti possano inquinare il nostro prezioso mare.
A fronte di cotanto livore perpetrato nei confronti della sola discarica Pipino e a conferma che l’impianto destinato al conferimento di rifiuti non pericolosi è in regola, è pervenuta da tempo la regolare autorizzazione da parte della Regione Calabria. L’impianto è attivo dal 2012. L’iter autorizzativo è durato lunghi anni, durante i quali il progetto è stato analizzato in ogni sua parte da circa 15 Enti che hanno valutato ogni singolo atto, il tutto sotto il controllo della stessa Legambiente, chiamata a partecipare alle conferenze di servizio.
Per quanto attiene la realizzazione della strada intercomunale (il tratto che dalla provinciale porta all’impianto di discarica) sia la fase progettuale sia la costruzione è a carico della Bieco. Il tratto ha una lunghezza di 1,2 km, compreso un ponte che oltrepassa il Fiume Nicà, che la Bieco consegnerà gratuitamente al Comune di Scala Coeli.