“La vicenda del consorzio di bonifica di Trebisacce e del sacrificio dei lavoratori che da molti mesi non percepiscono lo stipendio dovrebbe essere portata a conoscenza della procura, esponendo i fatti circostanziati che permettano alle autorità di accertare eventuali fatti illeciti nella gestione amministrativa e contabile del consorzio. Ciò in aggiunta alle dimissioni del presidente del consorzio Blaiotta e al commissariamento dell’ente da parte della Regione, in attesa di una riforma complessiva sui consorzi di bonifica, e di una risoluzione della vicenda che veda corrisposte le mensilità dovute”. Lo dichiarano in una nota i parlamentari del M5S Federico Cafiero de Raho e Vittoria Baldino, che nella serata di ieri, prima dell’incontro di ringraziamento, alla città e agli attivisti di Trebisacce per il risultato alle ultime politiche, hanno raggiunto i lavoratori del consorzio in sciopero da tempo per ottenere le giuste spettanze.
“Il M5S ha fatto della legalità e della giustizia la sua ragione di vita: questo significa riportare da un lato la vicenda entro i contorni della legalità, se vi sono ipotesi di illecito, e dall’altro affrontare la questione sociale con i lavoratori che non possono non vedersi riconosciuto quanto è loro dovuto. Resteremo accanto ai lavoratori, che – proseguono Cafiero de Raho e Baldino – reclamano semplicemente i propri diritti e la possibilità di vivere con dignità la propria condizione di lavoratori e che, allo stato attuale, si sentono senza tutele”.
Uno spaccato di problematiche, quello dei lavoratori del Consorzio, che svela solo una parte della difficile situazione che il territorio dell’alto ionio vive e per il quale c’è necessità di interventi mirati in diversi ambiti. Dopo l’incontro con i lavoratori del consorzio i due pentastellati hanno raggiunto cittadini e attivisti presso la sala della Vecchia Fornace. Oggetto di discussione la viabilità con la paventata ipotesi che il nuovo governo non inserisca nella nuova legge di bilancio i fondi necessari all’adeguamento della statale 106, ma anche i tagli già predisposti al Superbonus 110% depauperato delle sue finalità ed obiettivi. Tra i temi discussi, poi, la possibile modifica che sarà apportata al reddito di cittadinanza, i problemi atavici della sanità calabrese, con particolare attenzione alla struttura ospedaliera territoriale, non ancora riaperta nonostante le tre sentenze del Consiglio di Stato ne ordinassero l’immediato ripristino, l’urgenza di ripristinare la legalità sul territorio e la necessità che si avverta la presenza dello Stato e delle Istituzioni.
Quello che si delinea è un quadro non esaltante. “La Calabria – è il monito lanciato dai due parlamentari – rischia di essere abbandonata a se stessa. Anziché occuparsi delle reali difficoltà dei calabresi, la Regione ad oggi è al centro dell’agenda politica governativa solo per la realizzazione di un ponte, quello sullo Stretto, che non gioverebbe in alcun modo ai cittadini che attendono ancora di poter godere di una mobilità adeguata e di vedersi riconosciuti i diritti primari sanciti dalla Costituzione”.