“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari” - Antonio Gramsci
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Elezioni, Pitaro (PD): “In Calabria fermare la fuga dei giovani, ridando slancio al Mezzogiorno”

“Pone interrogativi seri il sondaggio SWG per Italian Tech sul disagio dei giovani (da 18 a 24 anni) che, pur avendo interessi sull’agenda sociale e i diritti, non si riconoscono nei partiti. Consapevoli che il 25 settembre ci sarà da scegliere tra il cantiere sovranista e le forze progressiste ancorate ai valori costituzionali e all’Europa solidale, i giovani temono che “con questa classe dirigente le cose non cambieranno mai” (87 per cento). Le proposte del Pd per i giovani puntano a dare loro un’adeguata rappresentanza nella società perché possano influire sulle scelte politiche. E a liberare le energie dei ragazzi all’insegna di una parola chiave: autonomia. Che vuol dire, prima di tutto, realizzarsi nella vita e nella professione, ma va anche aggiunto che, la questione giovani, ha una peculiarità tutta meridionale:  la grande fuga dal Sud. Che segnala il rischio di una frattura definitiva tra politica e giovani, vista l’impotenza di mettere a valore, specie in Calabria, l’investimento delle famiglie in conoscenza e competenza dei giovani.  L’esodo di un milione e mezzo degli ultimi due decenni aumenta a vista d’occhio e spiega anche il cronico ritardo dell’economia del Mezzogiorno nei confronti del resto dell’Europa. Su questa specifica emergenza che ruba il futuro dei nostri giovani occorre la massima allerta delle Istituzioni nazionali ed europee, affinché, con la partecipazione dei poteri locali, si dia immediato seguito a ogni progettualità del Pnrr volta ad abbattere il divario di opportunità Nord-Sud, riconoscendo priorità a ogni intervento che possa efficacemente funzionare nel breve periodo. Al Mezzogiornio abbandonato a se stesso, seguendo il modello fallimentare della locomotiva Nord, a cui dare impulso nell’illusione che trascinasse anche il convoglio – Sud e che invece ha sottratto linfa e vitalità alle nostre comunità, occorre sostituire il  modello di sviluppo del Paese delineato dall’Europa col Next Generation Ue che, come condizione essenziale per l’erogazione delle risorse, prevede l’abbattimento dei divari territoriali Nord-Sud. Indietro non si torna! Ma sapendo che ce la possiamo fare se l’Italia supera le diseguaglianze e punta ad ampliare, anziché ridurre, gli spazi del confronto e della democrazia”.

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