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Approvata in Commissione ecomafie la relazione sul Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara

É stata approvata all’unanimità dalla ‘Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali e agroalimentari’, riunitasi in plenaria, la “Relazione sullo stato di attuazione degli interventi di bonifica del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara: analisi ambientale, amministrativa e giudiziaria”. Il presidente, Jacopo Morrone, riferisce un comunicato, “ha ringraziato per il lavoro svolto i relatori di maggioranza e di minoranza, il deputato Andrea Dara, della Lega ed il senatore Nicola Irto, del Pd, insieme al pool di consulenti di grande esperienza che ha materialmente elaborato la relazione”. “L’attenzione della Commissione – ha commentato Morrone – si è focalizzata su siti per cui appare necessaria un’ulteriore attività di approfondimento, rispetto al lavoro delle passate Commissioni, per verificare lo stato di avanzamento dei lavori, i risultati raggiunti e l’esigenza di eventuali ulteriori interventi. È in questo quadro che si inserisce questa relazione, ricca di dati e di una corposa appendice di documentazione.

Il Sin di Crotone, incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale con il DM 468/2001, perimetrato con DM del 26 novembre 2002 (perimetro poi aggiornato con DM 2017), comprende un’area molto vasta, sia a terra sia in mare, corrispondente a circa 3.266 campi da calcio. Le verifiche tecniche mostrano ancora criticità ambientali importanti, legate alla presenza storica di industrie chimiche e metallurgiche. Nel 2025 l’ordinanza sullo smaltimento dei rifiuti del Commissario straordinario delegato a questo Sin è stata annullata dal Tar. La sentenza offre una soluzione apparente rispetto al problema sostanziale del conferimento dei rifiuti. Infatti, non rimuove il vincolo della gestione dei rifiuti fuori regione, chiarisce che solo la Regione Calabria può modificare il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale e che la scelta della discarica dove smaltire i rifiuti pericolosi spetta al soggetto responsabile della bonifica. Il problema dei rifiuti rimane quindi aperto: non esistono in Italia discariche autorizzate a trattare i materiali più pericolosi, Tenorm e amianto. Questo blocca le attività di bonifica già programmate. A decorrere dal prossimo mese di marzo, infatti, l’Unione europea limiterà ulteriormente l’esportazione dei rifiuti, vietando l’esportazione di rifiuti qualora essi possano essere gestiti in modo tecnicamente ed economicamente sostenibile nel Paese di origine. È quindi importante individuare soluzioni interne”.

“Gli studi sanitari dell’Istituto superiore di sanità – ha detto l’onorevole Dara – mostrano un aumento di diverse malattie nelle aree del Sin, con metalli pesanti presenti in concentrazioni molto superiori ai limiti. Ciò rende necessario un controllo sanitario costante e interventi rapidi. Affrontando questo problema entriamo in contatto con la vita quotidiana di comunità che da oltre vent’anni attendono giustizia, sicurezza e un percorso di bonifica credibile. Gli studi epidemiologici mostrano eccessi di gravi patologie. Non sono numeri: è un segnale che non possiamo ignorare. È ora di mettere finalmente questo Sin nelle condizioni di avviare una bonifica reale con tempistiche certe e un coordinamento nazionale forte. Non si può permettere che un intero territorio resti bloccato tra ricorsi, procedure e atti amministrativi contraddittori. Il caso del Sin di Crotone costituisce una vicenda simbolo a valenza nazionale. Emerge quindi la necessità di definire un percorso condiviso che superi lo stallo strutturale venutosi a creare negli anni per competenze frammentate, ritardi storici e contenziosi che hanno rallentato gli interventi”.

Secondo il senatore Irto, “l’approvazione della relazione è un atto importante, ma il tempo degli annunci è finito. Per il Sin di Crotone si attendono da anni scelte necessarie, nell’interesse delle comunità locali. Adesso tutte le istituzioni coinvolte hanno la responsabilità di tradurre questo lavoro parlamentare sul piano operativo, senza zone grigie e rimpalli. La rimozione e lo spostamento fuori dal territorio dei materiali contaminati non vanno considerati un dettaglio tecnico né una questione di puri rapporti istituzionali. Bisogna tutelare la salute pubblica, garantire la sicurezza ambientale e il futuro dell’area, colpita da un inquinamento pesantissimo. La Regione Calabria lo aveva già stabilito nel Paur del 2019, nel quale aveva indicato l’esigenza di trasferire i rifiuti in impianti idonei, proprio a tutela delle popolazioni locali. Dunque va rispettata quella posizione, fondata su valutazioni scientifiche e amministrative. Il rapporto Sentieri contiene un quadro inequivocabile e drammatico. Emergono eccessi di mortalità e patologie gravi che non ammettono doppiezze e immobilismo. Ignorare quelle evidenze sarebbe un errore politico e morale imperdonabile. La relazione approvata oggi ribadisce che la tutela della salute deve essere la bussola delle scelte pubbliche. Dopo questo voto, nessuno può più nascondersi. C’è bisogno di atti immediati, di una governance efficace, di controlli serrati e del rispetto tassativo del principio secondo cui chi inquina paga. Le comunità del Crotonese devono avere presto una bonifica radicale, sicura e definitiva”.

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