“Primavera Democratica” – comunica la stessa in una nota – aderisce al Presidio organizzato dai “Comitati per il ritiro di ogni forma di autonomia differenziata, per l’Unità della Repubblica e l’Uguaglianza dei diritti” per mercoledì 22 giugno, a Roma, a partire dalle 12.30, sotto la sede del Dipartimento degli Affari Regionali (Via della Stamperia, 8) in occasione dell’incontro fra la Ministra Gelmini e i presidenti di Regione Zaia, Fontana e Bonaccini.
Parteciperemo, inoltre, all’assemblea online in programma per venerdì 24 giugno, dalle 18.00, in diretta sulla pagina FB “Contro ogni autonomia differenziata”.
“Esprimiamo sconcerto e preoccupazione per la perdurante volontà del governo di dare seguito a progetto politico che riteniamo non attuativo, ma in contrasto al dettato costituzionale in materia di coesione, solidarietà e uguaglianza di diritti e opportunità, già precari, per milioni di cittadine e cittadini italiani e, oggi, ulteriormente minacciato dalla pandemia e dalla crisi economica innescata dalla guerra in Ucraina.
L’Italia sta già attuando il PNRR in modo diseguale fra le Regioni, senza rispettare il vincolo di maggiore spesa da destinare per lo sviluppo delle Regioni più svantaggiate, imposto dall’UE. A questa truffa, si aggiungerà, nei prossimi giorni, la travisata attuazione della c.d. “autonomia differenziata”, ovvero la richiesta avanzata da alcune Regioni di gestire in autonomia un elenco di materie, senza alcuna giustificazione di merito, costituzionalmente coerente alla norma, se non la volontà di trattenere più somme di quante già non gestiscano.
Insomma, in un momento in cui la tenuta e il rilancio del Paese passano dalla solidarietà, dalla coesione sociale e dall’investimento su territori e settori ancora sottoutilizzati, il sedicente “governo dei migliori”, avalla la c.d. “secessione dei ricchi”, invece che investire sui diritti dei cittadini, tutti, a prescindere dalla regione e condizione di nascita”.
“Siamo all’anno “0” della Repubblica! Anche perché il ddl Gelmini, – continua il laboratorio politico – rischia di esautorare il ruolo costituzionale del Parlamento nella verifica delle condizioni necessaria per approvare la richiesta di maggiore autonomia delle Regioni. Con buona pace dell’art. 119 sul federalismo fiscale e dei “Livelli Essenziali delle Prestazioni” (LEP), sempre citati ma mai realmente attuati in tutte le loro parti. Altro punto critico è il c.d. criterio della “spesa storica” nell’assegnazione delle risorse finanziarie, che in sostanza continua a dare di più a chi ha di più, senza garantire quel riequilibrio economico e solidale che lo Stato ha il dovere costituzionale di porre in essere per garantire pari dignità sociale, economica e giuridica fra tutti i cittadini.
Non è una battaglia del Sud per il Sud, egoistica e miope: ora è più che mai è una battaglia per la democrazia costituzionale, la coesione sociale e l’unità della Repubblica, al fine di superare le diseguaglianze e le divisioni. Di questo c’è bisogno e non di una legge quadro, probabilmente in violazione l’articolo 5 della Costituzione, che antepone una semplice intesa fra Stato e Regioni alla democrazia parlamentare e alle disposizioni costituzionali, una anomalia di cui non beneficiano neppure gli Stati nei sistemi federali”.
“Questa è una battaglia di tutti e per tutti, da Sud a Nord, da Nord a Sud – conclude la nota. Sui diritti e sull’uguaglianza non si scherza e chi vorrà continuare a farlo, tra il silenzio-assenso di partiti finto-progressisti e di parlamentari eletti/nominati al Sud, ma che attendono riconferma dai loro capi politici del Nord, si scontrerà con chi non ha padroni e non cederà mai a una tale inaccettabile violazione costituzionale e democratica di principi e diritti fondamentali. Il Mezzogiorno è il futuro di questo Paese, non una zavorra o luogo di rapina. Non resteremo in silenzio di fronte a questo ennesimo scempio. Per il Sud e per tutto il Paese”.