19 giugno
Oggi è stato il giorno del grande spostamento da Recife a Natal, dallo stato del Pernambuco a quello del Rio Grande do Norte.
Durante il viaggio Joana dorme insieme alla mamma, Erika ascolta la musica mentre Milena fa giochi enigmistici per bambini. Insomma, abbiamo tutto l’occorrente per affrontare questa lunga traversata.
Siamo partiti la mattina presto e siamo arrivati al tramonto. Dai finestrini ci siamo riempiti gli occhi di un Brasile rurale e verdissimo che, dopo dieci giorni di orizzonti chiusi da grattacieli, ci è parso ancora più grande.
Abbiamo pranzato in un ristorante al chilo sulla strada, vicino a Joao Pessoa. Un posto come ce ne sono tanti: tre mura e una tettoia, tanta polvere, viaggiatori e i nostri dodici bambini che hanno mangiato insieme agli accompagnatori.
Dopo tre ore di strada dritta, senza una curva, siamo arrivati a Natal. La città ci ha accolto con le bandiere delle nazionali che qui giocheranno – compresa la nostra- appese da ogni parte, e con le sue dune di sabbia che, insieme agli immancabili grattacieli, si buttano direttamente nel mare.
Luiza attira l’attenzione del gruppo guardando la sabbia e gridando:”Guardate, la neve!” . Del resto, come darle torto se il simbolo della città sono i tre Magi.
Dopo un’ora e mezza in direzione nord, passando per un paesaggio fatto di dune, fiumi e vegetazione bassa, siamo giunti a Pititinga, meta del nostro pellegrinaggio.
L’impatto con questo piccolo villaggio di pescatori è stato incredibile. Quaranta bambini con le maglie dell’Inter ci stavano aspettando davanti al centro sportivo “Giacinto Facchetti”: segni inequivocabili che siamo arrivati a casa di Enrico Bertolino.
I bambini continuano ad allenarsi e coach Montinaro vede i progressi soprattutto di Mondir, con la sua visione di gioco e di Pedro, cuor di leone.
Ora è tempo di mangiare e poi tutti in posada a dormire.