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Stuani alla Gazzetta dello Sport: “Senza la Reggina non avrei fatto questa carriera”

La carriera che non ti aspetti. Cristhian Stuani non assurge certo oggi agli onori delle cronache calcistiche: l’ex attaccante della Reggina vanta presenze in due edizioni dei Mondiali ed in tre della Copa America, con l’Uruguay. Ma il 37enne è oggi protagonista con la maglia del Girona, capolista a sorpresa della Liga spagnola.

Alla vigilia del big match in vetta alla classifica, in programma sabato in casa del Real Madrid, Stuani ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Soffermandosi sul periodo trascorso in Italia. La Reggina lo fece visionare a Montevideo da Aldo Cerantola e Nevio Orlandi, prima di puntare su di lui per colmare il vuoto lasciato da Rolando Bianchi, ceduto al Manchester City nell’estate del 2007 dopo la miracolosa salvezza del -11.

L’acquisto dell’attaccante dal Danubio venne finalizzato a gennaio 2008: “Per quanto riguarda la Reggina, ho ricordi magnifici – ha affermato Stuani alla Gazzetta dello Sport – Lì non sono riuscito ad esplodere e a dimostrare le mie qualità, ma se ho fatto la carriera che ho fatto lo devo a quell’anno e mezzo a Reggio. E’ stato fondamentale per la mia crescita”.

“La Serie A è durissima, ti insegna tantissimo – ha proseguito l’attuale bomber del Girona – La Reggina è stato il mio primo club in Europa e mi ha arricchito, mi ha fatto crescere. Mi vanto sempre di aver giocato nei tre grandi campionati europei: Serie A, Liga e Premier League. Il passaggio da Reggio mi ha formato”.

Un vero esempio di gratitudine, da parte di un giocatore arrivato molto giovane ed autore di un solo gol con la maglia della Reggina. Stuani, al pari di Nakamura, Vargas, Jiranek, Mozart, Caneira, Barreto e Carmona, per citare solo gli stranieri – oltre ad un Paredes arrivato già da giocatore affermato – è stato capace di sviluppare una formidabile carriera in ambito internazionale dopo la “palestra” amaranto.

Quella capacità di lasciare un imprinting ai giovani provenienti da ogni angolo del pianeta, settore giovanile incluso, è forse ciò che è mancato di più alla Reggina negli ultimi otto anni.

p.f.

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