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Vorrei, ma non entro. I “trombati” delle Regionali

di Claudio Cordova – Definirli nomi “eccellenti” è una semplificazione giornalistica che va evitata. Di eccellente, c’è ben poco. Tuttavia, sono tanti i nomi noti che, nell’ultimo weekend, hanno tentato l’ingresso (o il ritorno) in Consiglio Regionale, ma non ce l’hanno fatta. Alcune volte per poco, altre volte con un buon risultato, più spesso con risultati imbarazzanti.

Le dimissioni annunciate e poi formalizzate da Roberto Occhiuto in estate hanno dato una chance a molti. Politici in carica, ma anche cavalli (o asini) di ritorno, che si sono giocati le proprie carte, per fare il proprio ingresso a Palazzo Campanella. Alcuni ce l’hanno fatta. Molti altri, invece, masticano amaro.

Non si può non partire dalla candidata governatrice nel corso delle precedenti elezioni: Amalia Bruni. L’ex sfidante di Occhiuto si ricandida nei ranghi del Partito Democratico nella Circoscrizione di Centro e arriva addirittura quinta della lista, con poco più di 4000 voti. Un risultato scontato, dopo i quattro anni impalpabili come leader dell’opposizione. Ma non per questo meno deludente. Nello stesso Collegio, invece, è buono il risultato dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi: 7.500 voti circa, ma per la Casa Riformista non scatta il seggio, quindi niente accesso in Consiglio. Restano fuori anche due nomi importanti di AVS: il presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco, e l’uscente e attivissimo (ormai ex) consigliere vibonese, Antonio Lo Schiavo. Circa 4.1000 voti a testa, ma anche in questo caso, niente seggio per AVS.

Risultato deludente, nella Circoscrizione di Centro, anche per l’ex sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo. Appena 2.000 voti circa in Fratelli d’Italia. Aveva suscitato non poche perplessità, anche un po’ di ilarità, sui social, la candidatura dell’ex sottosegretaria del Movimento 5 Stelle, Dalila Nesci, candidata oggi nei ranghi di Fratelli d’Italia, nella Circoscrizione Centro. Un cambio di casacca che gli elettori condannano: appena 820 voti.

Spostandosi nella Circoscrizione Nord, ecco che il Partito Democratico candidava, tra gli altri, un residuato degli scorsi anni come l’ex parlamentare Enza Bruno Bossio. Che, però, non riesce a essere eletta: Rosellina Madeo la stacca di circa 1.000 voti. Fa ancora peggio, il consigliere uscente Franco Iacucci, già presidente della Provincia di Cosenza. Nella lista Tridico Presidente, invece, si conferma in Consiglio Ferdinando Laghi, mentre Bianca Rende, una vita nella politica di centrosinistra a Cosenza, è la prima dei non eletti. I 5 Stelle riescono a strappare un seggio che, al momento, è di Elisa Scutellà. Primo dei non eletti, l’uscente Davide Tavernise: ottimo risultato, comunque, per i due che complessivamente totalizzano oltre 14mila preferenze. Un seggio per i Democratici Progressisti, che, però, non è della socialista Pina Incarnato, soccombente rispetto a Francesco De Cicco.

Le esclusioni di maggiore rilevanza, invece, si registrano nella Circoscrizione Sud. E non si può partire da una figura mitologica come quella di Nino De Gaetano. Appena riabilitato dall’assoluzione nel processo “Rimborsopoli” prova a fare quello che, nella vita, gli è riuscito meglio, politicamente parlando: ottenere uno scranno in Consiglio Regionale. Il risultato è buono con quasi 5.000 voti, ma i suoi Democratici Progressisti non ottengono il seggio. Primo dei non eletti, poi, Giovanni Muraca che, da uscente, non si riconferma nel Pd, lasciando proprio posto all’ormai ex amico. Nella stessa lista restano fuori anche i fedelissimi di Falcomatà, Carmelo Versace e Giuggi Palmenta. Niente seggio, poi, per AVS, e, quindi, niente elezione per il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, manche per Demetrio Delfino.

Tanto battage sui social, ma pochi voti, poi, per la presidente del Consiglio Comunale di Villa San Giovanni, Caterina Trecroci, e per il consigliere comunale e già candidato a sindaco di Reggio Calabria, Saverio Pazzano. Deludente il risultato di entrambi e deludenti i numeri della lista Tridico Presidente.

Ma, come detto, le esclusioni sono bipartisan. Perché, per esempio, la forte lista di Forza Italia (in attesa del gioco degli assessori) vede fuori Serena Anghelone, sorella dell’ex vicesindaco reggino (di centrosinistra), Saverio Anghelone. 4.500 voti, comunque, sono un bottino dignitoso. Molto meno dignitoso, invece, è il risultato del medico Nino Zimbalatti, una vita nel centrosinistra (per anni alla corte di Peppe Bova) e oggi riscopertosi forzista: e forse neanche i pazienti gradiscono il cambio di casacca, dato che si ferma a circa 2.500 voti. Male, invece, Roy Biasi, politico di lungo corso e attuale sindaco di Taurianova: ultimo nella lista con circa 1.700 voti.

A proposito di medici, primo dei non eletti, ma dovrebbe entrare in Consiglio con la probabile nomina di Giuseppe Mattiani ad assessore, Franco Sarica, medico sostenuto dal gruppo di Peppe Scopelliti nella Lega. Ma proprio questa lista segnala l’esclusione dell’assessore uscente, Caterina Capponi, addirittura ultima della lista. Non solo. Niente elezione per la Garante per la Salute, Anna Maria Stanganelli. Che poi una Garante possa candidarsi senza prima dimettersi, questa è un’altra storia. Tutta tristemente calabrese. Male anche Armando Neri, ennesimo ex amico e vicesindaco di Falcomatà, che oggi si è riscoperto leghista, sostenuto dalla senatrice Tilde Minasi che dimostra di essere ben poca cosa sotto il profilo politico, sganciata da Scopelliti.

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