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Blitz anti-‘ndrangheta, il sindaco Manna ai domiciliari: è accusato di corruzione elettorale

Nella corposa ordinanza che stamani ha portato all’esecuzione di misure cautelari a carico di oltre 200 persone (di cui 139 in carcere, 50 ai domiciliari e 12 sottoposte a obbligo di dimora) la Dda di Catanzaro ha ricostruito la nuova mappa dei clan cosentini, i loro rapporti con rappresentanti delle istituzioni e le loro attivita’ criminali svolte in un arco temporale compreso fra il 2017 e il 2021.

Alla composizione del quadro accusatorio hanno contribuito intercettazioni e rivelazioni di pentiti.

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L’accusa con la quale il sindaco di Rende e presidente dell’Anci Calabria Marcello Manna, vicino al centrodestra ma sostenuto da diverse liste civiche alle ultime elezioni, è finito agli arresti domiciliari e’ di corruzione elettorale.

Oltre a lui sono coinvolti nel blitz l’assessore comunale di Rende Pino Munno, e l’assessore alla manutenzione e al decoro urbano del Comune di Cosenza, Francesco De Cicco, componente di una giunta di centrosinistra.

Le misure cautelari sono state eseguite a Cosenza, Rende e in altri centri del Cosentino (Acri, Castrolibero, Celico, Cellara, Luzzi, Marano Principato, Mendicino, Montalto Uffugo, Rogliano, San Benedetto Ullano, San Marco Argentano, San Pietro in Guarano, Spezzano Albanese, Spezzano Sila e Villapiana) oltre che in citta’ di altre regioni: Torino, Milano, Novara, Parma, Agrigento, Napoli, Bellusco (Mb), Sala Consilina e Cavaion Veronese. Al centro dell’inchiesta,in particolare, i clan Patitucci-Porcaro, Presta, Di Puppo-D’Ambrosio e la cosca degli “zingari”.

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