di Paolo Ficara – E se tira Amoruso è gol. Nel settembre 2023, immediatamente dopo la sentenza del Consiglio di Stato, la prima proposta imprenditoriale per far ripartire la Reggina venne portata da una bandiera come Nicola Amoruso. L’ex attaccante amaranto, in rappresentanza dell’imprenditore Lello Saladino, venne ricevuto dal facente Fenice. Quando nessuno poteva immaginare in che guaio avrebbe cacciato la nostra piazza, mettendo la squadra nelle mani peggiori possibili.
A distanza di un anno e mezzo, prima di tornare su quella vicenda, Nicola Amoruso a Reggina Talk ha dimostrato di seguire sempre le vicende degli amaranto: “La Reggina è sempre nel mio cuore. Vederla in Serie D è triste, per la storia ed il blasone di Reggio. Non so se intravedere la luce. Il campionato si sta concludendo non come tutti avremmo voluto, ovvero con la Reggina prima in classifica. La cosa più importante sarà capire il futuro di questa società. Spero ci sia continuità. Bisogna rivedere la Reggina in altre categorie. Se fai le cose con intelligenza, i risultati arrivano”.
Poi Amoruso si è espresso sui deliri del post partita con la CastrumFavara: “Vorrei capire da cosa derivano queste dichiarazioni – afferma Amoruso, avvisato delle minacce di mancata iscrizione – La Reggina è venuta meno negli scontri diretti. Credo vadano lanciati messaggi diversi, costruttivi. Invece ci ritroviamo davanti a dichiarazioni un po’ forti, direi estemporanee. Mi auguro sia stato uno sfogo momentaneo, ma bisogna capire a cosa è dovuto”.
Nick Amoruso torna sugli incontri avvenuti a Reggio nel settembre 2023, per far ripartire la Reggina con l’imprenditore Lello Saladino: “Avevamo l’idea di scommettere su questo progetto. Io, Iuliano e Saladino che è originario di Reggio Calabria, ma vive a Roma. C’erano stati dei colloqui. In D ci sono degli investimenti importanti da fare. Il Sant’Agata? Non siamo entrati nei dettagli. In questi momenti, è più importante che la società investa sui giocatori. Con il Comune che ti aiuta nella gestione di tutto il resto. Sono categorie in cui c’è da investire, per andare subito in Lega Pro e poi lottare per la B. A Reggio ci sono tutti gli elementi per far bene: una tifoseria vicina alla squadra, un centro sportivo molto bello, ed uno stadio che quando è pieno recita la sua parte. Dispiace vedere la Reggina che non riesce ad uscire da questo buio. Perché Saladino non ha presentato il business plan? Erano state fatte delle valutazioni generali. Di sicuro, Sant’Agata e Granillo sono due discorsi molto importanti per chi va ad investire. Se la Città Metropolitana aiutava anche noi per il centro sportivo? Non ricordo”.
Il pensiero di Amoruso è ancora più schietto, quando gli chiediamo cosa si aspetta da un immediato futuro in cui si rende necessaria una discreta disponibilità economica per chiudere la stagione: “Se la società ha preso un impegno, credo sia giusto portarlo a termine. Spero che la sfuriata del presidente non sia legato a questo, sarebbe triste. E’ facile portare a termine gli impegni, solo se le cose vanno bene. Il rischio imprenditoriale va considerato”.
Infine, al termine dell’intervista a Reggina Talk, chiediamo ad Amoruso cosa farebbe con la società dopo due mancate promozioni, qualora fosse lui il proprietario: “Avendo lavorato con grandi imprenditori, so che quando sposi un progetto calcistico, la durata va dai tre ai cinque anni. E’ questo che mi sembra strano. Credo che chi decide per la Reggina, debba farlo non su base annuale. Chi si è avvicinato, viene da fuori. Magari non conoscono bene le potenzialità della città, e nemmeno le problematiche. Dopo un anno, siamo già qua a parlare del futuro della Reggina. Se non ho raggiunto i punti del mio programma? Ci provo il terzo anno, con maggiore convinzione. Perché non iscriverla anziché cederla a zero? Evidentemente, ci sono gli stipendi da pagare. Credo, non conosco la situazione. Però, non ci sono altre spiegazioni. Di sicuro, non c’è nessuno che arriva e, per una squadra di Serie D, tira fuori un extra oltre agli investimenti da fare. La prendi a zero e fai investimenti per i giocatori. Difficile che qualcuno paghi per prendere la società esistente. Reggio è una grande piazza, mi auguro possa esserci una svolta. Il campionato di B dovrebbe essere il minimo, per me è una piazza da Serie A”.