“Ti accorgerai com'è facile farsi un inutile software di scienza e vedrai che confuso problema è adoprare la propria esperienza” - Francesco Guccini, Culodritto
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‘Ndrangheta, tutti assolti nel processo “Alta tensione”

Dodici assoluzioni su dodici. Dopo l’annullamento con rinvio, disposto dalla Cassazione nel 2018, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso la sentenza del processo “Alta Tensione” nato da un’inchiesta della squadra mobile che nel 2010 portò a numerosi arresti sui clan Caridi-Borghetto-Zindato considerati, all’epoca, federati alla cosca Libri. L’indagine riguardava il controllo della ‘ndrangheta nella zona sud di Reggio Calabria e, in particolare, dei quartieri Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra dove ci sarebbero state anche delle frizioni con le cosche Rosmini e Serraino. Al termine della camera di consiglio, la Corte d’Appello ha assolto dall’accusa di associazione mafiosa Bruno Caridi, Natale Iannì, Domenico Malavenda, Gianpiero Melito, Matteo Perla, Vincenzo Quartuccio, Diego Rosmini, Domenico Serraino, Giovanni Zindato e Eugenio Borghetto detto “Gino”. Nei confronti di quest’ultimo, ritenuto il boss dei Borghetto e promotore dell’associazione mafiosa, la Corte presieduta da Lucia Monaco ha dichiarato l’assoluzione per il periodo dal maggio 2007 al 30 giugno 2011. Per gli anni precedenti, invece, i giudici hanno prosciolto Borghetto perché era stato già indagato dalla Procura e la sua posizione era stata archiviata. Nel processo “Alta Tensione” sono stati assolti anche Biagio Consolato e Giuseppe Parisi, padre e figlio che erano accusati di intestazione fittizia per aver gestito una sala giochi amministrata di fatto, secondo la Dda, da esponenti della cosca Zindato. Anche questo capo di imputazione è caduto nel processo d’Appello.

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