Domani, 21 agosto, si conclude presso l’Arena Alberto Neri la XXXVII edizione del Festival Catonateatro con uno dei componimenti lirici più eseguiti e popolari al mondo: Carmen, un’opéra-comique in quattro atti, composta da Georges Bizet nel 1875 su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy che si ispirarono alla novella omonima di Prosper Mérimée, pubblicata quasi trent’anni prima. Venne rappresentata per la prima volta a Parigi a cura dello stesso Bizet, che morì dopo soli tre mesi, prima di vederne il clamoroso successo.
Con il linguaggio musicale moderno, questo capolavoro di cui facilmente si ricordano le arie, i duetti, i cori e le danze che ritmano il racconto devastante di un amore impossibile che avanza sotto il cielo andaluso, ha cambiato profondamente la storia della musica lirica.
La Spagna creata da Bizet è prima ancora che un luogo geografico, il luogo della psicologia umana, il luogo della passionalità e dell’istinto: amore e odio, libertà e legami, maschio e femmina. Ed è in questi dualismi che va ricercata l’universalità dell’opera di Bizet e dei due caratteri di Carmen, interpretata dal mezzosoprano Karina Demurova, negli scorsi anni selezionata per l’Academie de l’Opéra de Monte-Carlo, dove ha perfezionato il repertorio italiano e francese, vincitrice del Concurso Internacional de Mozart (Granada, Spagna) e scelta per far parte del programma Zurich Opera International Young Artist. Karina ha già debuttato nel ruolo di Carmen nel 2018 a Sao Paulo, in Brasile, con un bis anche al Teatro del Maggio Fiorentino per il quale ha vinto il primo premio nel concorso Roma Caput Mundi. Nella parte del sergente, Don Josè, il tenore Edoardo Sandoval, che può vantare un’intensa carriera nel repertorio operistico, ma anche in quello sinfonico, distinguendosi per brillantezza e naturalezza.
I personaggi dell’opera sono lontani dall’originale letterario di Mérimée e rappresentano dei veri e propri personaggi simbolo: una gitana libera, Carmen, e un angelo casalingo, Micaela, come due poli dell’anima di Don José. Quest’ultimo è alla ricerca della libertà che finirà per trovare solo nel compiere un gesto estremo come quello dell’uccisione di un altro essere vivente. L’Opera sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra Filarmonica della Calabria diretta dal Maestro Filippo Arlìa, un progetto nato oltre dieci anni fa che è cresciuto e si è distinto come fucina e vetrina per tanti giovani talenti del territorio, sostenuti dall’Istituto Superiore di studi musicali “P. I. Tchaikovsky”. L’allestimento scenico è posto sotto la guida registica di Enrico Stinchelli storico autore e conduttore della “Barcaccia”, popolare show radiofonico dedicato all’opera lirica andato in onda, per tanti anni, su RadioTre con record di ascoltatori in tutto il mondo. Da regista, negli ultimi anni, ha curato Turandot al Festival Puccini di Torre del Lago, l’Histoire du Soldat al Rome Chamber Music Festival ed una rivoluzionaria Carmen al Teatro Greco di Siracusa. Alla musica si affiancherà la straordinaria cornice vocale del Coro Lirico Siciliano sotto la direzione del maestro Francesco Costa, una realtà che in pochi anni si è imposta nel panorama del settore divenendo il coro ufficiale delle due maggiori stagioni liriche della Sicilia, il Taormina Festival (ex Taormina Arte) e il Luglio Musicale Trapanese Ente di Tradizione. Nel campo della musica sacra, collabora con la Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale (PA) ed è stato scritturato per numerose opere trasmesse, in diretta dal Teatro Antico di Taormina, in mondovisione attraverso i canali Rai, Sky ed il circuito Microcinema.
Le scenografie sono state realizzate, inoltre, da Alfredo Troisi, professionista specializzato nella video art e capace di unire la conoscenza della scenografia tradizionale ad un linguaggio moderno e personale.
Le coreografie sono curate dalla coreografa Gorane Ugarte, di origine spagnola ma da tempo calabrese d’adozione. Tra le sue esperienze più importanti, la tournée in Cina nel 2019 con il manager internazionale di danza e fondatore del Romae Capital Ballet, coreografie di Maria Grazia Garofoli, già Direttore del Corpo di Ballo della Fondazione Arena di Verona.
Un grande allestimento insomma che vede in scena oltre cento artisti coinvolti sotto l’attenta direzione artistica del Maestro Filippo Arlìa e che approda all’Arena Alberto Neri per chiudere in grande stile la trentasettesima edizione di Catonateatro, dopo i Teatri antichi di Siracusa, Taormina e Tindari.