“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari” - Antonio Gramsci
HomeFronte del palcoPrimavera dei Teatri: la programmazione dell'ultimo week end

Primavera dei Teatri: la programmazione dell’ultimo week end

Prosegue la programmazione degli spettacoli della 25ª edizione di Primavera dei Teatri, il festival dei nuovi linguaggi della scena contemporanea ideato e diretto da Dario De Luca, Saverio La Ruina, Settimio Pisano, in corso a Castrovillari dal 26 maggio al 1° giugno 2025.
Importante: per via della concomitanza della presenza di un maxi schermo per la finale di Champion League sarà effettuato un cambio di orario per gli spettacoli: Molly andrà in scena alle 20,15 e Cari Spettatori andrà in scena alle 18,45

Questa la programmazione dettagliata
sabato 31 maggio

11.30 | Protoconvento
Presentazione del libro “La non scuola di Marco Martinelli- tracce a voci intorno ad Aristofane a Pompei”
di Francesca Saturnino (Luca Sossella editore)
Saranno presenti Francesca Saturnino e Angela Albanese

“Cosa pensano gli adolescenti di questo mondo rotto? La scuola ha bisogno del teatro?” Queste e altre le questioni al centro del libro “La non scuola di Marco Martinelli- tracce a voci intorno ad Aristofane a Pompei” della giornalista e insegnante Francesca Saturnino. Il libro nasce dall’esperienza di osservazione dell’autrice della pratica della non-scuola di Marco Martinelli che è tornato a Napoli per dirigere un gruppo di adolescenti per la «messa in vita» dei testi Aristofane al Parco Archeologico di Pompei.

ore 12.00
Presentazione del libro Tetralogia del dissenno II
di Rino Marino
A cura di Vincenza Di Vita, con prefazione di Filippa Ilardo.
Saranno presenti Rino Marino e Filippa Ilardo

Il Libro raccoglie quattro testi teatrali – Lunario, La consegna, Fiele, La Verma – e si conferma un affondo nel cuore di un teatro visionario e radicale. Una scrittura feroce e poetica, capace di sondare l’abisso del dis-equilibrio e di trasformare il dolore in un linguaggio scenico spiazzante e necessario.

 

16.30 | Sala Varcasia
Domineddio
Residenza teatrale di Cecilia Foti con la complicità di Saverio la Ruina
Testo di: Saverio La RuinaCon: Cecilia Foti

Dalle parole ascoltate nei laboratori, dalle storie condivise, dai silenzi che restano impressi sotto pelle. Questa residenza nasce dal confronto con donne che hanno attraversato il dolore, e hanno scelto di raccontarlo. A partire dai nuovi aspetti emersi durante un percorso umano prima che artistico, Saverio La Ruina torna a riflettere sulla violenza di genere, stavolta insieme a Cecilia Foti, partner sensibile di un’indagine scenica che si nutre di ascolto, memoria e trasformazione.
Una residenza che diventa spazio di elaborazione, per dare voce a ciò che ancora ci interroga.

18,45 | Teatro Vittoria
Cari Spettatori (Teatro – Prima nazionale)
regia, scene, costumi Danio Manfredini
produzione Teatro di Sardegna
luci Loic Francois Hamelin
con Vincenzo Del Prete e Giuseppe Semeraro
Assistente alla regia Vincenzo Del Prete
Produzione/ Distribuzione Danilo Soddu
Durata: 70’

Due pazienti usciti dalla comunità psichiatrica, si ritrovano a vivere insieme in un appartamento affittato alla Caritas. Condividono il quotidiano tra due letti, i comodini e una tv dalla quale proviene il suono di un dvd che trasmette filmini della comunità psichiatrica dalla quale provengono. Gino è un aspirante regista di teatro e sta cercando di concepire il suo copione teatrale per poterlo pubblicare e diventare famoso. Arturo aspira ad una casa popolare da condividere magari con il suo amore. Entrambi sperano di uscire dal contesto psichiatrico che li tiene sotto psicofarmaco, con un
monitoraggio dei medici assistenti da lontano. Tra lamentele, scontri e momenti di reciproca comprensione, passano le giornate tra i muri della loro stanza con poche e brevi uscite per le sigarette o la spesa. A turno appaiono l’uno la vittima o il carnefice dell’altro. Mentre Gino si proietta verso grandi tematiche per dare corpo al suo copione teatrale, con slanci esilaranti e plateali, Arturo dalla condizione di solitudine interiore, di bisogno di affetto, di comprensione, apre spazi di riflessione sulla condizione esistenziale umana e alla consapevolezza di essere entrambi agnelli in un mondo di lupi. L’eco delle voci di altri pazienti, che vengono dal dvd, si mischiano ai dialoghi di Gino e Arturo ed evocano l’esperienza da cui provengono, ne restituiscono la complessità attraverso frasi pennellate, raccolte dalle bocche di pazienti veri della comunità. Il mondo di fuori che arriva nella stanza con i rumori della città, le telefonate al dottore, alla dottoressa, a un amico a un operatore, creano un ponte con un mondo per il quale si sentono disadattati. La tensione è verso l’uscita dalla gabbia e la paura di non essere in grado di affrontare un fuori che non contempla la fragilità e punti di vista diversi da quelli funzionali al sistema produttivo. Mentre si arrovellano sul loro destino, forse qualcuno ha già pianificato il loro futuro?

20,15 | Polifunzionale
Molly (Teatro – Anteprima nazionale)
di Cubo
con Letizia Russo
parole e direzione Girolamo Lucania
colonna sonora originale e sound design Ivan Bert e Ruben Zambon
visual design Niccolò Borgia
produzione Cubo Teatro
in collaborazione con Teatro della Caduta, Giallo Mare Minimal Teatro, Catalyst ETS
progetto grafico Simone Vona – foto di scena Tommasina Giuliasi
Durata: 60’

Molly è la storia d’amore fra due ragazze identiche che si frequentano solo online. Le due adolescenti costruiscono un legame fortissimo, quasi una dipendenza. Si incontrano, e passano ore ed ore insieme. Un giorno però una delle due non si presenta. L’altra attende invano il suo arrivo, finché non decide di fare qualcosa: uscire, e andarla a cercare. Ma scoprirà un’atroce verità. Un mistero sulla generazione social, che prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto ma passato in secondo piano e che mette in luce una serie di ombre e riflessioni: il rapporto con i social, le intelligenze artificiali, la coscienza collettiva.

21,45 | Teatro Sybaris
Tiger dad (Teatro)
di Rosario Palazzolo
con Salvatore Nocera
musiche originali e effetti di Gianluca Misiti
video di Pietro Vaglica
costumi di Mela Dell’Erba
aiuto regia Angelo Grasso
luci, scena e regia Rosario Palazzolo
produzione Ama Factory e Cattivi Maestri Teatro
con il contributo del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale e Europeo
e con il patrocinio del Festival del Torto
Durata: 90’

Padre Tigre è un uomo timido e un po’ fuori rotta. Tonto, diremmo, poiché mischia tratti lievemente ossessivi a una pacatezza fuori dal comune. E del resto sarà un’arena perfetta, questo spettacolo, per far convivere le dicotomie. Cattivo, sì, ma spostato verso la bontà. Uno sputo in bocca a chi muore di sete. La spada di Zorro nella mano di Cristo. Perché Padre Tigre – o meglio Tiger dad, come lo ha trasfigurato il popolo della rete – tenterà di combattere una battaglia che forse perderà. La battaglia contro il qualunquismo dei social, contro l’idiozia dell’intelligenza artificiale. Del resto, il luogo in cui si trova è un luogo perfetto per la disfatta, già agghindato a morte.

 

23:00 | Protoconvento
ONIRIA LUMINA (musica)
Gianfranco De Franco feat. Massimo Russo

domenica 1° giugno

10.00 | Protoconvento
M’a Mpari? T’a Mparu!
LABORATORIO NARRATO DELLA
PASTA TRADIZIONALE CALABRESE
di e con Giulia Secreti
per Fatti di Semola
durata 1 ora

Il laboratorio sulla pasta fatta a mano M’a mpari? T’a mparu! nasce dal desiderio di portare a conoscenza delle giovani generazioni, e di riproporre a coloro che l’hanno dimenticata, la tradizionale artigianale calabrese, ammassando la semola di grano duro e acqua. Attraverso la lavorazione della pasta in casa, fuori dal contesto casalingo da rito quotidiano, diventa rito nel quale creare nuova comunità, dove conoscenza, riflessione, scambio e apprendimento scaturiscono dall’imparare facendo. M’a mpari? T’a mparu! è un gioco serio al quale partecipare mettendo le mani in pasta, vedere e sentire concretamente come si forma la massa e prende vita il formato, costituire un proprio bagaglio, o far riaffiorare un ricordo, è la memoria.

11.00 | Cinema Ciminelli
Proiezione del film documentario Italianesi
scritto e diretto da Saverio La Ruina
produzione Scena Verticale
con il contributo della Fondazione Calabria Film Commission

Una pagina sconosciuta della storia italiana ed europea. Alla fine della seconda guerra mondiale circa 25.000 italiani tra civili e militari rimasero bloccati in Albania. La maggior parte verrà rimpatriata, ma centinaia vi resteranno bloccati fino alla caduta del regime comunista nel 1991. Pierino Cieno, uno dei tanti figli di genitori italiani e albanesi, fu internato con la madre prima nel campo di Savër e poi a Belsh. Solo alla caduta del regime, dopo quarant’anni vissuti nel sogno del padre e dell’Italia, conosce la libertà e va in Italia alla ricerca del padre. Come lui, circa quattrocento cittadini italiani e i loro
discendenti furono rimpatriati nel 1991 dal Governo italiano tramite l’operazione C.O.R.A., convinti di essere accolti come eroi ma paradossalmente condannati a essere italiani in Albania e albanesi in Italia: Italianesi, appunto.
Presentato in anteprima nel 2024 all’Agimi Art Center di Tirana, vince la categoria Best Reflecting Albania della 22° edizione del TIFF Tirana International Film Festival.

 

18:45 | Teatro San Girolamo
Io sono Verticale (Teatro – Prima nazionale)
di e con Francesca Astrei
luci di Chiara Casale
con il sostegno di Teatro di Roma
sì ringraziano Carrozzerie N.o.t. e Nidoramai
Durata: 50’

In una crisi depressiva, trovare le parole per comunicare al mondo esterno la propria sofferenza è un’impresa estenuante: il dolore induce alla chiusura in sé stessi rendendo l’apertura sempre più faticosa, al punto da sentirsi non più imprigionati nella propria sofferenza, ma quasi al sicuro in essa. Il dolore diventa casa mentre il mondo fuori diventa qualcosa di troppo pesante, qualcosa di ancora più doloroso del dolore stesso. Le persone vicine a chi “abita il dolore” come vivono questa sua condizione? L’avere una persona amata “chiusa nel proprio soffrire” genera a propria volta dolore: come far comunicare il mondo fuori con il mondo dentro, limitando la sofferenza per entrambe le parti?

20:15 | Teatro Vittoria
Emma B. vedova Giocasta (Teatro – Prima nazionale)
di Alberto Savinio
rito funebre e amoroso
regia, interpretazione, elaborazione, scene e costumi Marco Sgrosso
maschera di Stefano Perocco di Meduna
disegno luci Loredana Oddone
cura del suono Roberto Passuti
assistenza e cura Nicoletta Fabbri
un ringraziamento ad Elena Bucci e ad Alessandro Serra
una produzione Le belle bandiere
con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e Comune di Russi
Durata: 55’

Varchi di luce tagliano lo spazio; un orologio a pendolo scandisce il tempo, inesorabile. Emma ha in mano una lettera, attende. Quando comincia a parlare, il flusso delle parole collega passato e presente aprendo uno spiraglio verso il futuro. Fioriscono immagini e ricordi, da un baule emergono le tracce di un tempo mai perduto, da uno scrigno gli strumenti di una seduzione immaginaria. Siamo in un interno borghese oppure in una stanza della memoria, una delle tante che ci affollano l’anima? Senza filtri, qualcuno racconta la storia di uno strappo feroce, mentre la Madre e il Figlio prendono corpo nello stesso corpo: un parlare a sé stessi e a qualcun altro, in totale solitudine.

 

21:45 | Teatro Sybaris
Goodbye Horses (Teatro – Prima nazionale)
di e con Dalila Cozzolino
di e con Dalila Cozzolino
e con Gianfranco De Franco, Mario Russo, Lorenzo Guerrieri
e con la partecipazione (in voce) di Dario De Luca
supervisione al testo: Rosario Palazzolo
musica e drammaturgia sonora: Gianfranco De Franco
coreografie, movimenti di scena: Luna Cenere
costumi Ilaria Carannante
regia Dalila Cozzolino e Lorenzo Guerrieri
disegno luci Gaetano Bonofiglio, Rosario Mastrota
organizzazione e consulenza artistica Rosario Mastrota
una produzione Solares Fondazione delle Arti di Parma – Teatro delle Briciole
Durata: 70’

Crotone, mercato delle bestie. Un cavallo e un asino aspettano potenziali acquirenti. Il cavallo è un bottino di guerra: viene da Sibari. Si dice che a causare la sconfitta di Sibari contro Crotone sia stata la stravaganza dei suoi abitanti. Avevano insegnato ai propri cavalli a danzare. L’esercito di Crotone, nella battaglia di Traente del 510 a.C., non portò solo i soldati: portò anche i flautisti. I cavalli di Sibari presero a danzare, sedotti dalla musica, e i corpi cominciarono a cadere. Crotone saccheggiò per sessanta giorni la città di Sibari, deviò il corso del fiume Crati. Una intera civiltà venne sommersa.  “Sibarita” divenne un epiteto, un insulto: persona dedita al lusso, al futile, ai piaceri della vita. Raccontiamo questa storia dal punto di vista di un cavallo; un cavallo con la Grazia attaccata addosso, come una maledizione. Un cavallo al mercato che nessuno compra, perché della grazia nessuno se ne fa nulla. Cosa resta di animale dopo un processo di addomesticamento? La grazia è il risultato ultimo di pratiche violente. Essere addomesticati è essere addomesticati alla violenza. Ma quando la violenza è l’unico modo che si conosce, è riconosciuta come una violenza? E allora anche la guerra diventa uno spettacolo pieno di grazia. Il cavallo è inutile per la società con questa grazia attaccata, pesante, mostruosa: una cattiva possessione. Una maledizione, quella dell’artista. Nessuno se lo compra, nessuno lo vuole. E fuori dallo spettacolo, come si può stare? Come si fa a stare nella guerra?

23:00 | Protoconvento
Fermagli di tempo (musica)
Sasà Calabrese

Workshop – Durante tutta la settimana, dal 27 maggio al 1° giugno, si terrà il laboratorio teatrale R.A.C.cordi! a cura del collettivo R.A.C., ispirato al film Fitzcarraldo, a cura di Martina Badiluzzi, Paolo Coletta (regist_ associat_ R.A.C.) e Mariano Dammacco (regista ospite) e rivolto a 15 att_rici_ori.
Mostra – Dal 26 maggio al 1° giugno nella sala 8 sarà allestita la mostra La Ferocia di pochi attimi, una personale di Renzo Francabandera, dedicata al teatro e ai disegni realizzati in live painting

Articoli Correlati