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Reggina: la netta differenza tra chi vuole sfruttare le regole e chi le voleva stravolgere

di Paolo Ficara – Oggi, 13 novembre, si festeggia San Diego. Svariati lustri fa, ci si chiedeva che fine avesse fatto tale Carmen Sandiego, ladra in un cartone animato. Questo sillogismo no sense in stile Gaspare e Zuzzurro, ci serve per chiederci che fine abbia fatto il signor Felice Saladini. Dopo aver affossato, nell’ordine: Vigor Lamezia, Sambiase, Reggina e Lamezia Terme.

Sparito anche dai social. Non che ci interessi sapere dove si trovi e se abbia capito che razza di disastro ha combinato. L’andamento della sua azienda Meglioquesto lo apprendiamo quotidianamente, raramente registra impennate positive. Ci può interessare solo nel caso in cui la Reggina riesca eventualmente ad evitare, almeno nell’immediatezza, il fallimento aziendale.

Oggi leggiamo come nella città di Genova, anche su sponda rossoblu dopo quella blucerchiata, si faccia accesso al codice crisi impresa. Che nel frattempo è stato rimodellato, con un tetto minimo di 35 punti percentuali da versare al Fisco, per ottenere l’omologa.

Non è affatto la conferma che lo strumento sia stato usato male dalla Reggina. Altrimenti non avrebbe costretto il Governo a modificarlo d’urgenza.

Si tratta di ben altro tipo di conferma. In Serie B giocano quest’anno, così come l’anno scorso, sodalizi con un quantitativo di debiti pari almeno al triplo, rispetto ai 16 milioni del club di via delle Industrie al 30 giugno 2022. Mentre in Serie A saliamo al quadruplo o al quintuplo.

Rimane da chiedersi che necessità avesse la Reggina del patron Felice Saladini e del suo stuolo di dirigenti e collaboratori, di ricorrere alla composizione del debito. Piuttosto che affrontarlo già rateizzato, a poco più di un milione all’anno per una decade. Immaginando, peraltro, che lui non si sarebbe mica trattenuto dieci anni.

In buona sostanza. Con l’omologa, tra Fisco e fornitori, Saladini ha – avrebbe – dovuto soddisfare i creditori con una cifra tra i 4 ed i 5 milioni. Rimanendo al timone della Reggina, avrebbe dovuto versare – solo all’Erario – poco più di 3 milioni nel triennio da lui auspicato come intenzione iniziale. Magari rintuzzando i fornitori con il credito più ingente, ed evitando sprechi come un personale passato dalle circa 60 unità con Gallo alle quasi 90 della sua gestione. Per non parlare dei viaggi comitiva ad ogni trasferta.

Avendo scelto la strada della gestione deluxe, dispiace che i professorini diventati esperti di economia, di cui sentiamo ancora le risatine del febbraio scorso quando come tanti scendiletto si sono inchinati al Bosman denoartri, proseguano nell’ignoranza di due motivi fondamentali: il motivo che ha indotto Saladini a portare i libri in tribunale con la squadra seconda in classifica, e soprattutto il motivo che ha portato alla cancellazione della Reggina dal panorama professionistico.

Sempre da studenti e mai da docenti, ci alziamo in piedi con presunzione. E ci riproviamo.

Mentre la Reggina sosteneva di non poter soddisfare le scadenze federali a causa del blocco imposto dal Tribunale di Reggio Calabria, a Lamezia – in Serie D – scarseggiavano i quattrini. Evidentemente lo ignorava – ma avrebbe dovuto informarsi – persino qualche parlamentare calabrese. La prova provata di una situazione finanziaria che ormai sconsigliava investimenti nel calcio per Saladini, riteniamo sia giunta con il ritiro della formazione gialloblu dal campionato di Serie D. Lì non c’era – e non c’è – nessun tribunale a bloccare i flussi.

Il secondo motivo è presto detto. Non sono i 16 milioni iniziali poi diventati oltre 23 di debito. La Reggina sparisce dalla Serie B perché ha sfi-da-to il si-ste-ma, dissimulando la difficoltà economica del proprio patron con il mantra di trasparenza e legalità. Lo abbiamo scritto a febbraio: Jean Marc Bosman ha sicuramente stravolto la politica dei contratti ai calciatori, ma la sua già non eccelsa carriera ha conosciuto solo un rapido oblio. Destino ancor più tetro, per chi ha aperto un varco agli altri club indebitati. Reggina usata come cavia. Noi scrivevamo, voi mangiavate in riva al mare e ridevate.

Alla stessa maniera, siamo stanchi di sentire ancora tuonare qualche finto eroe, finta vittima, finto a partire dalla testa sicuramente. Si togliesse la parola Reggina dalla bocca, chi non ha dato spiegazioni circa le 9 sconfitte in 11 partite. Chi ha beneficiato di generosi trattamenti contrattuali, in un periodo denso di sconfitte e con il tribunale che impediva gran parte delle operazioni economiche. Chi ha favorito o comunque non contrastato la stipula di svariati compensi per alcuni procuratori.

A proposito. Per Cardona nessun premio?

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