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Versace, stavolta le crederemo solo se ci mostra la domanda della Fenice

di Paolo Ficara – Quiete interrotta. Quell’anno sabbatico richiesto ma non ottenuto a livello calcistico, ce lo stavamo comunque prendendo a livello giornalistico. Rinunciando alle polemiche, ai veleni, alle tentazioni di confrontarci con gli analfabeti funzionali. Mettendo da parte proprio l’argomento calcio, anche per sopraggiunta nausea. Tant’è che mentre verificavamo le notizie sulla manifestazione d’interesse per il Sant’Agata, stavamo realizzando un servizio sul volley maschile: sabato esordirà al PalaCalafiore la Domotek Reggio Calabria, in Serie B. Ve lo proporremo tra qualche ora.

Intanto perdiamo questa imbattibilità durata qualche settimana, come ebbe a vantarsi – anni addietro – quel dirigente della Reggina in astinenza da microfono, che si vantava di non aver concesso interviste per quindici o trenta giorni consecutivi. E rispondiamo con questo che non vuole essere un articolo giornalistico, quanto una lettera aperta a Carmelo Versace attuale sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Ci pare sia lo stesso Versace che nella vita civile, quindi non da politico, si occupi di call center. Come Saladini. E che per hobby, in passato abbia fatto l’arbitro. Come Cardona.

Breve narrazione. A mezzogiorno di oggi 11 ottobre, è scaduto il termine per presentare manifestazione d’interesse a gestire l’intero centro sportivo Sant’Agata. Il Dispaccio, oltre a Strettoweb a firma del direttore Peppe Caridi, hanno fornito le notizie in rispettivo possesso tra le 18:00 e le 19:00 del medesimo giorno, all’incirca. Successivamente, a distanza di non troppi minuti, è giunta una dichiarazione del sindaco Versace alla stampa amica, in cui parla di una seconda manifestazione d’interesse che o sfugge a noi oppure risulta solo a lui.

Il fatto che lei, illustre sindaco f.f. della Città Metropolitana, abbia rilasciato dichiarazioni non un minuto o un’ora dopo il termine ultimo per l’evidenza pubblica, bensì un minuto o un’ora dopo l’uscita di notizie giornalistiche, già di per sé rappresenta un’infelice coincidenza. Però le vogliamo credere, per una volta. A patto che in questa occasione faccia cantare carta, mostrandoci la domanda inviata dalla società denominata La Fenice Amaranto – della quale si è dichiarato a conoscenza – per gestire l’intero centro sportivo Sant’Agata. Intero, non parzialmente scremato.

Possibilmente con un comunicato stampa, se non è troppo.

Già qualche giorno fa, abbiamo posto pubblicamente delle domande a cui solo lei avrebbe avuto titolo a rispondere. Circa la legittimità della revoca della concessione del Sant’Agata alla Reggina 1914 srl, azienda ancora in vita. Tra queste domande, c’era il dubbio su chi stesse pagando la corrente presso il centro sportivo. Sempre sulla stampa amica, abbiamo letto un virgolettato di Versace in cui sostiene che per una settimana è stata la Città Metropolitana a pagare 700 bellissimi euro al giorno, per un generatore.

Anche in questo caso, se Versace ci mostra la norma o la regola che determina come si debba mantenere la corrente ad un privato in una struttura provinciale con i soldi dei contribuenti, ci risparmia la fatica di confrontarci con tanti avvocati. Se Versace avesse voluto agevolare il lavoro della Fenice, sarebbe stato ampiamente apprezzabile presentarsi in persona nella sede nazionale dell’Enel, chiedendo di riattivare la corrente presso il Sant’Agata con la massima urgenza, e garantendo sulla solvibilità e sulla serietà di una società fresca di investitura da parte di un’amministrazione comunale.

Non di certo attingendo dalle casse di un Ente, seppur per cifre alla portata. Talmente alla portata, che non si capisce perché non le abbia tirate fuori il locatario.

Poi ci sarebbe da rispondere a tutti gli altri dubbi che ci siamo posti, come testata giornalistica, sull’interruzione unilaterale della convenzione per il Sant’Agata con la Reggina. Specie sul mancato sgombero degli uffici all’interno dello stesso Sant’Agata, ove vi è la presenza di beni materiali inequivocabilmente appartenenti alla Reggina 1914 srl, azienda – ribadiamo – ancora in vita.

Versace, purtroppo per lei e per tutti noi, veniamo da un’estate in cui avete – o abbiamo, se preferisce – riempito la testa della gente con ritmo martellante, su questioni inesistenti e con soluzioni farneticanti. Lei è lo stesso che leggeva in diretta un comunicato – mai giunto alla nostra testata – di una società viticola pugliese, che a suo dire – o volere – avrebbe dovuto rilevare da Manuele Ilari le quote della Reggina. Magari assieme al venditore di scarpe lametino. Nella prospettiva di vincere il ricorso al Consiglio di Stato con tale inaffondabile proprietà, consentendo la disputa del campionato di Serie B.

Come vede, la classe giornalistica di Reggio Calabria le è così amica che nessuno le ha chiesto dove siano finiti questi imprenditori pronti a sacrificare i propri fatturati per la Reggina in Serie B, quando c’era – a distanza di poche settimane – da ripartire dal basso. Allo stesso modo, ancora nessuno è andato a Locri per chiedere a chi sia venuta – prima che a lei – l’idea, peraltro improcedibile a termini di regolamento federale, di una cessione del titolo sportivo.

Noi forse non diventeremo amici, ma ci siamo anche stancati di passare per nemici. E fino a qualche ora fa, ce ne stavamo in santa pace. Prendendo atto di aver perso il calcio professionistico per almeno un biennio, se tutto va bene. Quindi Versace, se almeno stavolta è in grado di documentare le proprie dichiarazioni, chiederemo scusa pubblicamente per aver diffuso una notizia incompleta. In caso contrario, non ci sarà bisogno che si dimetta: tra un paio di settimane, in base al pronunciamento della cassazione sul sindaco sospeso, si saprà se lei mollerà lo scranno causa elezioni; o se sarà il rientrante Falcomatà a fare un immediato bilancio del suo operato. Però almeno, in queste due rimanenti settimane, eviti ogni argomento che riguardi lo sport.

Per il momento, forse sbagliando nel generalizzare, manteniamo il preconcetto che chi si occupa di call center dovrebbe stare lontano dal mondo del calcio.

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