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L’atto dovuto, il last minute e l’insulsa autocelebrazione

di Paolo Ficara – La settimana che volge al termine, nonostante le premesse, è stata tra le più controverse del 2023 per la Reggina. La notizia dell’omologa sulla ristrutturazione dei debiti, con sentenza di primo grado, sembrava e doveva rappresentare il viatico per una dieci giorni tranquilla, con una iscrizione al prossimo campionato di Serie B da presentare senza patemi o incertezze di sorta.

L’insulsa autocelebrazione immediatamente organizzata da patron e presidente, quel giorno stesso ossia lunedì 12 giugno, ha contribuito a scatenare reazioni ad alti livelli. Non sapremo mai cosa sarebbe accaduto, se la Reggina avesse portato avanti il piano di ristrutturazione in silenzio. Senza strombazzanti comunicati o puerili dichiarazioni, da gennaio in avanti.

Sappiamo però cosa è avvenuto e cosa continua ad avvenire, all’interno del palazzo del calcio e non solo.

Andrea Abodi, ministro dello Sport, è intervenuto a gamba tesa sul tema dell’omologa. E da via delle Industrie, c’è stata anche la faccia tosta di rispondere. Un po’ come se Sandro Piccinini ci contestasse i contenuti di una trasmissione, e noi gli rispondessimo: “Vieni che ti spiego come si conduce un programma”. Il Brescia ha depositato ricorso contro l’omologa: è l’unico di dominio pubblico, ogni creditore avrà comunque tempo fino al 1° luglio. Sulle possibili ed eventuali conseguenze, ci soffermeremo tra qualche giorno.

Volevamo davvero mettere un punto a tutto ciò che è stato detto e scritto in questa stagione sportiva, azzerando i discorsi e comportandoci come se i lametini ed il reggino mai visto allo stadio in 30 anni, fossero appena arrivati. Però dall’altro lato, lunedì scorso il patron Felice Saladini, a margine del suo elenco di ringraziamenti post-omologa, ha aggiunto anche “i giornalisti… non tutti… non tutti…”.

Non comprendiamo il motivo di ringraziare i giornalisti per una sentenza di primo grado. Ogni giornalista dovrebbe solo raccontare i fatti e porli all’attenzione della platea, attenendosi alla realtà. O si sente il bisogno di ringraziare chi li ha presentati in maniera faziosa, fuorviante ed incompleta? Tale dichiarazione fa il paio con quella del pranzetto in riva al mare: “Scegliete da che parte stare”. Brrrr…

Ma c’è chi ha messo insieme una combo assai più preoccupante. L’integerrimo presidente ha aggiunto che “abbiamo dovuto fronteggiare situazioni, dichiarazioni estemporanee, da parte di tantissime persone… probabilmente non conoscevano la questione… vanno definiti ignoranti”. Aggiungendo poi: “Queste cose dovrebbero unire, mentre a Reggio Calabria sono risultate divisive: quasi a dire, speriamo che non ce la fanno. Lascio a voi i commenti”.

Il nostro commento è il seguente: chi? quando? come? Ma che va blaterando???

Parimenti da qualche ora, rileggiamo con senso di smarrimento la seguente dichiarazione che Cadorna avrebbe reso in quel di Siderno circa l’imminente domanda di iscrizione della Reggina, durante la presentazione di un libro: “Si tratta di una questione complessa perché le cifre da pagare sono molto alte. Qualora ci fossero segnali di preoccupazione, saremo chiari e trasparenti. Ma ad oggi non ce ne sono“.

Segnali di preoccupazione? Chiarezza? Trasparenza???

Per iscriversi al prossimo campionato di Serie B, la Reggina deve solo contemplare un verbo fin qui rimasto nascosto dietro le spalle del piano di ristrutturazione: pagare. Pagare ciò che non ha pagato fino ad ora. Pagare 7 milioni, quindi aggiungendone circa 4 a quelli che ha già in cassa tra diritti tv e minutaggio. Gli stipendi di marzo ed aprile – promessi alla squadra prima per il 15 maggio, poi per l’immediato post-omologa – assieme a quello di maggio. Più il lordo non versato a gennaio e a febbraio.

In termini di chiarezza, possiamo essere d’accordo: la banconota da 100 euro è di colore verde chiaro in effetti, così come quella da 50 euro è arancione chiaro. Meno sulla trasparenza: preferibile si possano toccare, meglio ancora se viene saldato tutto con monete da 1 e 2 euro, almeno sentiremmo il rumore.

L’iscrizione è un atto dovuto. Il minimo del minimo. Da parte di chi ha rilevato un club di Serie B nel giugno 2022, pagandolo zero euro. Da parte di chi si è visto abbattere una quantità notevole di debiti, creati per almeno 1/4 dalla propria gestione. Per iscriversi, bisogna solo pagare. Come le altre 19 concorrenti, finalmente. Ed ai calciatori è stato fatto sapere che i pagamenti avverranno a fil di sirena, ossia lo stesso 20 giugno. Last minute.

“Qualora ci fossero segnali di preoccupazione” è una frase che non sarebbe dovuta nemmeno esistere. Non ci sarebbero alibi. L’iscrizione non dipende da nessuno, se non dalla possibilità di scucire quei 4 milioni sull’unghia. Pagandosi i lussi estivi che si chiamano Inzaghi, Hernani e Santander: le “cifre molto alte” non le ha portate la cicogna, in questa stagione sportiva. Se c’è bisogno di aiuto, ditelo per tempo. Anziché fare i gradassi. Che a Reggio nessuno spera in un tracollo della Reggina.

Piccolo anticipo del tema che tratteremo nei prossimi giorni. Tratto da Italia Oggi, edizione odierna: “Negli accordi di ristrutturazione ex art. 57 del codice crisi impresa, non sarà più possibile obbligare il fisco ad uno stralcio dei debiti tributari, con pagamento di una percentuale irrisoria. Le soglie saranno fissate, a seconda delle situazioni, nel 30 o 40% del debito. Lo prevede l’art. 25 della bozza di decreto legge p.a. – sport, approvato giovedì. Il cambio in corsa è frutto del boato mediatico creato dalla sentenza di omologazione per la Reggina. La nuova disposizione sarà valevole per le transazioni fiscali depositate in data successiva all’entrata in vigore del decreto legge”.

E anche qui c’è da riconoscerlo: alla fine, la Reggina ha fatto giurisprudenza…

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