La cosca di ‘Ndrangheta Anello di Filadelfia (Vibo Valentia) avrebbe sostenuto il segretario regionale della Calabria di “Italia al centro” Francesco De Nisi, nelle elezioni comunali di Filadelfia (Vibo Valentia), centro di cui lo stesso De Nisi e’ stato sindaco, e nelle elezioni nel 2004 e nel 2008 per la Provincia di Vibo Valentia, ente di cui lo stesso De Nisi e’ stato presidente. Lo scrive il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, in un post sul suo profilo Facebook.
A sostegno della sua tesi Morra cita le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Giovanni Angotti, esponente della stessa cosca Anello. Anello, nel corso del processo “Imponimento” scaturito dall’omonima inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro, ha affermato di avere ricevuto indicazioni dal suo gruppo criminale di appartenenza “di sostenere il candidato De Nisi nelle elezioni provinciali a Vibo Valentia ed in quelle comunali a Filadelfia”. De Nisi, comunque, non e’ mai stato indagato nell’inchiesta che ha portato al processo “Imponimento”.
Il presidente Morra, nel suo post, fa riferimento anche al senatore Gaetano Quagliariello, che e’ stato uno dei fondatori di “Italia al centro”. “Quagliariello – scrive Morra – e’ stato spesso presente negli ultimi anni in provincia di Vibo Valentia, anche perche’ compagno del prefetto della citta’ calabrese Roberta Lulli. Chiedo allora a Quagliariello cosa abbia da dire in merito alla posizione del segretario regionale della Calabria del suo partito. In realta’ fino ad ora, su questa vicenda, si e’ registrato soltanto un assordante silenzio”.
Francesco De Nisi, ex presidente della Provincia di Vibo Valentia ed ex sindaco di Filadelfia, attuale consigliere regionale della Calabria eletto con la lista di “Coraggio Italia”, ha annunciato querela nei confronti del senatore Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, in relazione al post su Facebook in cui il parlamentare ha fatto riferimento ad un presunto sostegno da parte della cosca Anello della ‘Ndrangheta allo stesso De Nisi nelle elezioni comunali e provinciali.
“Ho appreso da un post del senatore Morra – afferma De Nisi in una nota – che tale Angotti Giovanni, collaboratore di giustizia, sarebbe stato condannato in quanto autoaccusatosi di un preteso sostegno elettorale da parte della cosca Anello-Fruci nei miei confronti in elezioni comunali e provinciali risalenti nel tempo. Quando ho avuto notizia due anni fa, sempre e solo dagli stessi organi di stampa, della pendenza di tale procedimento, ripeto non a mio carico e rispetto al quale sono completamente estraneo, ho trasmesso una dettagliata nota alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ed alle Procure di Vibo Valentia e Lamezia Terme. Con tale nota, carte alle mani, dimostravo non solo la mia lontananza rispetto a tali mondi criminali, ma come sin dall’inizio del mio impegno pubblico e sino ad oggi tali realta’ io le abbia in concreto sempre contrastate e combattute. Ripeto non a parole, ma con le concrete azioni amministrative. Circostanze, peraltro, ben note alle autorita’ requirenti della Calabria”. “In quella occasione – dice ancora De Nisi – ho rilevato e documentato come le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Angotti fossero completamente destituite di fondamento e contrastassero con i fatti e con gli atti. Avendo, ora, appreso la notizia solo dalla stampa, mi riservo di leggere la sentenza e di esprimere all’esito le mie valutazioni, ma ritengo sin da ora che la scelta del rito abbreviato da parte di Angotti abbia precluso l’acquisizione del materiale da me inviato alle Procure e che il giudice abbia deciso senza averlo esaminato. Ho dato pertanto incarico agli avvocati Luigi Panella e Franco Giampa’ di sporgere, a questo punto, denuncia per diffamazione, calunnia e per ogni altro reato rinvenibile nei confronti del collaboratore di giustizia Angotti Giovanni per le condotte perpetrate a mio danno”. “Non posso, tuttavia, che esprimere il mio disappunto – afferma inoltre De Nisi – di come una tale vicenda, del tutto infondata, sia stata addirittura strumentalizzata dal senatore Morra, che nella sua qualita’ di presidente della Commissione Antimafia avrebbe potuto azionare ben altri strumenti per conoscere la verita’ dei fatti. Ma ancora piu’ grave e’ la circostanza di come egli abbia potuto coinvolgere l’attuale sindaco e l’attuale amministrazione comunale di Filadelfia, eletti appena nell’ottobre del 2021, che nulla hanno a che fare con tali vicende risalenti nel tempo e quando le importanti e positive iniziative giudiziarie avevano ormai decimato la presenza di tali cosche sul territorio. Evidentemente a Morra i fatti e le persone non interessano, essendo egli impegnato ormai da tempo in una campagna elettorale senza il minimo rispetto del buon senso e delle regole istituzionali. Ho dato mandato, pertanto, ai miei avvocati di agire legalmente anche nei confronti di Morra, a tutela della mia dignita’ ed onorabilita’, perche’ a questo punto e giusto che chi getta fango infondatamente ne paghi le conseguenze”.