Le problematiche relative alle strutture psichiatriche territoriali sono state al centro di una partecipata discussione della Quinta commissione Politiche sociali e della salute, sanità, presieduta dal consigliere Giovanni Latella.
Ospiti della seduta Pietro Spanò della Cooperativa Città del sole e Giuseppe Marra per l’Usb Reggio Calabria.
Ad aprire la discussione il presidente Giovanni Latella: «Serve rilanciare la sanità in Calabria, in questo settore fondamentale per la salute dei cittadini non si può risparmiare. È necessario un risanamento dei conti, ma senza compromettere i servizi essenziali».
Da qui l’invito a indire un consiglio comunale aperto «per discutere le problematiche sanitarie, auspicando che il Presidente della Regione, che funge anche da Commissario, possa non solo mantenere, ma anche aprire nuovi punti sanitari, in particolare quelli territoriali».
Latella ha messo in evidenza le problematiche legate al trasferimento dei pazienti fuori regione, un ulteriore onere per le famiglie e per il sistema sanitario e ha espresso la sua vicinanza a tutti gli operatori e alle strutture che si occupano della salute mentale, sottolineando quanto sia «necessario garantire un servizio adeguato a chi ha difficoltà e patologie importanti. Serve un impegno collettivo per migliorare la situazione sanitaria in Calabria e garantire il diritto alla salute per tutti».
Spanò dopo aver raccontato la toccante esperienza di vita che, fino dagli anni Ottanta, lo ha visto al servizio del malati di psichiatria, ha espresso la speranza che «il Consiglio Comunale possa intervenire per affrontare le problematiche attuali e garantire un futuro migliore alle persone affette da disturbi mentali e alle loro famiglie. Il lavoro svolto finora è solo l’inizio di un percorso che richiede impegno e dedizione». La sua testimonianza ha messo in luce non solo le sfide che affrontano i pazienti psichiatrici, ma anche l’importanza di un approccio umano e compassionevole nella cura della salute mentale, con l’invito a non dimenticare mai l’umanità di queste persone e a lavorare insieme per un cambiamento positivo.
Dettagliato l’intervento di Marra che ha riguardato la situazione delle strutture psichiatriche nella provincia di Reggio Calabria, evidenziando vari aspetti critici. «La chiusura del manicomio – ha chiarito preliminarmente – ha portato alla creazione di strutture che operano con una gestione mista, con l’Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) che si occupa della parte sanitaria e le cooperative che gestiscono l’assistenza. Una situazione che ha creato confusione e ha reso le strutture illegali dal 2015».
Marra ha sottolineato che dal 2015 non ci sono stati nuovi ricoveri, costringendo i pazienti a essere trasferiti fuori regione con costi elevati per il sistema sanitario. La situazione economica delle strutture è diventata insostenibile a causa delle spese fisse e della diminuzione dei pazienti, portando a manifestazioni di protesta per richiamare l’attenzione su queste problematiche.
Il sindacalista ha evidenziato che nel 2012 è stato stipulato un “contratto ponte” tra l’Asp reggina e strutture psichiatriche con l’intento di regolarizzare la situazione delle strutture che, dopo la chiusura dei manicomi, erano diventate illegali. Questo contratto, inizialmente previsto per pochi mesi, è ancora attivo e continua a regolare le operazioni delle strutture. «Alcune strutture, nate dopo la chiusura del manicomio, sono rimaste escluse dagli accreditamenti – ha detto Marra – Queste strutture hanno fatto ricorso al Tar che, nel luglio scorso, ha dato loro ragione, affermando che gli atti indicavano chiaramente che queste strutture dovevano essere accreditate, poiché avevano fornito un servizio fondamentale per il territorio per oltre trent’anni. La sentenza del Tar ha annullato i progressi fatti per cercare di applicare le normative e sbloccare i ricoveri, riportando la situazione indietro nel tempo». Marra ha espresso preoccupazione per il fatto che le cooperative sono a rischio di fallimento e non si sa quando si arriverà a una soluzione per sbloccare i ricoveri. Ha concluso il suo intervento chiedendo un intervento urgente da parte delle autorità competenti per riorganizzare i posti letto e riprendere gli accordi precedentemente stipulati, sottolineando che la situazione attuale è insostenibile e inaccettabile per le famiglie e i pazienti.
Il sindacalista ha evidenziato che nel 2012 è stato stipulato un “contratto ponte” tra l’Asp reggina e strutture psichiatriche con l’intento di regolarizzare la situazione delle strutture che, dopo la chiusura dei manicomi, erano diventate illegali. Questo contratto, inizialmente previsto per pochi mesi, è ancora attivo e continua a regolare le operazioni delle strutture. «Alcune strutture, nate dopo la chiusura del manicomio, sono rimaste escluse dagli accreditamenti – ha detto Marra – Queste strutture hanno fatto ricorso al Tar che, nel luglio scorso, ha dato loro ragione, affermando che gli atti indicavano chiaramente che queste strutture dovevano essere accreditate, poiché avevano fornito un servizio fondamentale per il territorio per oltre trent’anni. La sentenza del Tar ha annullato i progressi fatti per cercare di applicare le normative e sbloccare i ricoveri, riportando la situazione indietro nel tempo». Marra ha espresso preoccupazione per il fatto che le cooperative sono a rischio di fallimento e non si sa quando si arriverà a una soluzione per sbloccare i ricoveri. Ha concluso il suo intervento chiedendo un intervento urgente da parte delle autorità competenti per riorganizzare i posti letto e riprendere gli accordi precedentemente stipulati, sottolineando che la situazione attuale è insostenibile e inaccettabile per le famiglie e i pazienti.
Il consigliere Giuseppe Marino, nel suo intervento, «Dobbiamo fare tesoro delle esperienze passate e rivendicare con forza all’Asp e alla Regione una soluzione per le problematiche attuali – ha affermato, evidenziando che – nonostante gli sforzi, le soluzioni proposte non sono state accolte e la situazione rimane critica. Serve alzare la voce su un piano istituzionale e politico, e preparare un atto per il Consiglio Comunale, in modo da discutere approfonditamente la questione della sanità e sostenere le richieste delle strutture psichiatriche».
Il consigliere Filippo Burrone ha chiarito che «il trasferimento dei pazienti fuori regione non solo comporta un onere economico, ma ha anche un impatto emotivo significativo, poiché le famiglie sono costrette a viaggiare per visitare i propri cari». Burrone ha chiesto di avere accesso ai documenti e alle sentenze pertinenti, in particolare quelle relative agli accordi e alle decisioni del Tar, per poter meglio comprendere la situazione attuale e prepararsi a discutere in modo informato durante le future riunioni. Ha sottolineato che è fondamentale garantire un’assistenza adeguata e dignitosa per i pazienti psichiatrici, e ha invitato a considerare le esperienze passate per migliorare il sistema attuale.
Infine, il consigliere Giuseppe Giordano ha fatto presente che «la situazione attuale è il risultato di un lungo periodo di indeterminatezza e di problematiche mai risolte, che hanno lasciato gli operatori e le famiglie in una condizione di difficoltà». Giordano ha evidenziato come, a distanza di sedici anni, le problematiche legate alla salute mentale non siano state affrontate in modo adeguato, creando una situazione di “deportazione” della dignità del trattamento terapeutico e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un intervento deciso da parte delle istituzioni, affermando che le questioni legate alla salute mentale non possono essere ricondotte a meri aspetti finanziari. Giordano ha insistito sul fatto che i diritti delle famiglie e dei pazienti devono essere garantiti e che l’assistenza deve essere considerata un diritto fondamentale. Da qui la proposta di convocare un Consiglio Comunale per discutere apertamente di queste problematiche e per coinvolgere tutti gli attori del sistema sanitario, in modo da trovare soluzioni concrete e tempestive.