La Giunta della Regione Calabria guidata dal Presidente Occhiuto ha deciso (D.G.R. n. 109 del 25 marzo 2024 -D.D. Dipartimento Salute e Welfare nr 4779 del 09/04/2024 – D.D. Dipartimento Infranstrutture e Lavori Pubblici nr 5585 del 23/04/2024 ) di superare il ghetto di Scordovillo nella città di Lamezia Terme costruendo un nuovo ghetto di case popolari con il sostegno del Terzo Settore.
Purtroppo, il progetto potrebbe essere avviato nelle prossime settimane se degli Enti del Terzo settore disposti a contribuire alla realizzazione del nuovo ghetto rispondessero all’avviso regionale pubblicato il 26 settembre scorso (Decreto Dirigenziale Dipartimento Salute e Welfare Regione Calabria nr 13480 del 26/09/2024- Oggetto: D.G.R. n. 109/2024 “Superamento delle condizioni di degrado del campo ROM di Scordovillo ubicato nel comune di Lamezia Terme (CZ)”: approvazione avviso co-progettazione; accertamento e prenotazione della spesa; CIG B18697263B – CUP J81H24000040006.B18697263B) e se lo aggiudicassero.
Difatti il progetto regionale prevede che le circa 100 famiglie lametine rom che abitano nella baraccopoli di Scordovillo vengano spostate provvisoriamente dal ghetto attraverso un intervento realizzato dagli Enti del Terzo settore che si aggiudicassero il suddetto avviso di 8 milioni di euro. Lo spostamento delle famiglie è funzionale al ghetto perché dovrebbe servire a dare il tempo necessario al Comune di Lamezia ed all’Aterp Calabria per realizzare la bonifica dell’area di Scordovillo e la costruzione sulla stessa del nuovo ghetto di 120 alloggi popolari ( da realizzare con un finanziamento di 28 milioni di euro) dove ritornerebbero ad abitare le famiglie rom che sono state spostate.
A nostro parere gli Enti del Terzo settore che dovessero decidere di rispondere all’avviso regionale e se lo aggiudicassero diventerebbero complici diretti della Regione Calabria e del Comune di Lamezia Terme per la ghettizzazione definitiva di cento famiglie e per un disastro sociale senza precedenti, realizzato spendendo quasi 40 milioni di euro di soldi pubblici.
Difatti, Scordovillo con questo progetto avrà un nuovo ghetto di case popolari che per diversi motivi sarebbe anche peggiore del precedente.
Inoltre il progetto è una decisione regionale assurda e gravissima che condanna ancora una volta le famiglie rom alla definitiva ghettizzazione. Ma condanna anche l’intera città di Lamezia Terme ad avere emarginata per sempre in due ghetti di alloggi popolari (Scordovillo e Ciampa di Cavallo) una parte molto giovane dei suoi cittadini quella che dovrebbe costituire il suo futuro.
Contro questo progetto, che viola la Costituzione, la Strategia Nazionale di inclusione dei rom e tutte le risoluzioni della Comunità Europea in materia , solo il Comitato Stop ghetti si è più volte espresso pubblicamente proponendo alla Regione Calabria un progetto di equa dislocazione abitativa delle famiglie rom attraverso l’acquisto degli alloggi dal mercato privato. La proposta di equa dislocazione abitativa è realizzabile e sostenibile ed eviterebbe la nascita di un nuovo ghetto, garantendo l’effettiva inclusione abitativa e sociale delle famiglie rom, com’è già accaduto in altri territori. Gli alloggi da acquistare sono assolutamente reperibili sul mercato privato. Difatti secondo una recente indagine dell’Istat un’alta percentuale di alloggi non risultano abitati anche nel territorio di Lamezia Terme e la loro messa in vendita è ampiamente dimostrata dalle proposte delle Agenzie Immobiliari che nel territorio lametino sono dell’ordine di diverse centinaia. Questo Comitato è inoltre disposto a collaborare gratuitamente alla realizzazione dell’ equa dislocazione abitativa di cui ha già una discreta esperienza.
Anche se la Regione non ha considerato la proposta di equa dislocazione, sarebbe ancora possibile fermare il progetto di un nuovo ghetto. Per questo il Comitato Stop Ghetti lancia un appello agli Enti del Terzo Settore che hanno i requisiti per partecipare all’ Avviso regionale invitandoli a non rispondere al bando regionale e di unirsi al Comitato nel rinnovare alla Regione la richiesta di equa dislocazione abitativa .
A questa richiesta gli stessi Enti potrebbero contribuire gestendo un progetto regionale finanziato con gli stessi fondi, ma con l’obiettivo dell’inclusione abitativa e non della ghettizzazione . Confidiamo nella risposta positiva degli Enti del Terzo Settore perché questa dovrebbe essere in linea con i loro stessi principi.