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Sanità a Reggio Calabria, Giuseppe Marino (capogruppo consiliare del Partito democratico): “Si diano risposte immediate alle istanze dei territori”

Giuseppe Marino (capogruppo consiliare del Partito democratico) sulla sanità a Reggio Calabria: “Nei giorni scorsi i rappresentanti territoriali del Partito Democratico, circoli di Pellaro e Gallico, hanno evidenziato la necessità di riaprire, nel caso di Pellaro, e di mantenere attivo, nel caso di Gallico, il presidio territoriale sanitario dell’Asp di Reggio Calabria. Non posso non sostenere e unirmi alle istanze legittime provenienti da territori che stanno pagando un prezzo altissimo a causa del debito sanitario, della disorganizzazione, delle carenze di personale e di attrezzature. La sanità territoriale pubblica è stata letteralmente abbandonata e i cittadini, in particolare i più fragili, sono esposti a rischi altissimi, costretti a rivolgersi costantemente al Grande Ospedale Metropolitano che, in assenza del “filtro” territoriale, si trova a gestire un numero elevatissimo di prestazioni sanitarie.”

Prosegue Marino: “Lo gridiamo da tanto tempo, anche in Consiglio comunale: è necessario, come accadeva in passato, garantire ambulatori specialistici e presidi sul territorio, ricostituendo una sanità di prossimità.
Il Governatore Occhiuto non può continuare a tacere su questo tema, rivestendo dal novembre 2021 il ruolo di commissario della Sanità calabrese, su incarico del Governo nazionale. Così come servono delle risposte immediate dal Direttore dell’ASP di Reggio Calabria, azienda che deve tutelare oltre 500 mila abitanti, distretto 1-2 e 3.
Non è più tollerabile l’assenza di servizi sanitari territoriali, le file interminabili ai pochi poli sanitari rimasti attivi, la carenza di personale, l’assenza dei piani terapeutici, l’assenza di attrezzature sanitarie.”
Conclude: “L’incapacità di affrontare con decisione il tema dei servizi di residenzialità psichiatrica, oggetto di una recente sentenza del Tar che inchioda Regione e Commissario alle proprie rispettive responsabilità.
Insomma, serve un cambio di passo sulle politiche sanitarie, lo si faccia confrontandosi con gli operatori sanitari sottoposti a turni massacranti, con le associazioni e gli enti che in questi anni hanno fornito valide proposte e supporto costante.”
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