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Ponte sullo Stretto, l’ex ministro De Micheli: “Opera necessaria, ma se ne occupi il Gruppo Ferrovie dello Stato”

“Il Ponte sullo Stretto è un’opera talmente importante che la deve fare l’azienda pubblica che fa infrastrutture, che è il Gruppo Ferrovie dello Stato. Ha la società di progettazione, ha la società che fa le ferrovie, ha la società che fa le strade e quindi quell’opera non deve andare alla società Ponte sullo Stretto che ha già dimostrato di non essere in grado, per questioni civilistiche, amministrative e per mille altri motivi, di fare quell’opera”.

Lo ha detto la deputata del Pd Paola De Micheli, ex ministra delle Infrastrutture nel corso di una conferenza stampa a Gizzeria, in provincia di Catanzaro.

“Da ministra – ha aggiunto De Micheli – avevo insediato la Commissione Catalano che aveva depositato alle Commissione Trasporti di Camera e Senato una relazione molto approfondita nella quale si sosteneva una cosa molto chiara: un attraversamento stabile dello Stretto è necessario prima di tutto per le due regioni che collegherebbe. E questo a me sembra abbastanza scontato. Ma la cosa importante di questa relazione è che è necessaria per l’Italia. E’ la ragione per la quale abbiamo convinto gli italiani, la maggioranza di allora e quella di dopo, cioè quella di Draghi ad andare avanti con lo studio di fattibilità del Ponte sullo Stretto perché quella infrastruttura serve a rendere Calabria e Sicilia hub del Mediterraneo dove con il raddoppio di Suez passeranno 950 miliardi di merci”.

“Il Mediterraneo rimane una della aree più ricche del mondo – ha detto ancora De Micheli – e avere la Calabria e la Sicilia nelle condizioni trasportistiche, portuali, di poter intercettare merci e persone in una delle aree più ricche del mondo, determina inevitabilmente una ricaduta di crescita e di sviluppo per la Sicilia e la Calabria. Altrimenti le tratte saranno diverse, quelle di Amsterdam, Rotterdam, Amburgo quelle che già di fatto vengono battute in questa fase. Qual è il problema? E’ che con il Decreto di Salvini c’è il rischio che il Ponte non si faccia. Primo perché ci ha rimesso di mezzo la vecchia società. Il progetto è ambientalmente insostenibile, c’è da sbancare mezza Villa San Giovanni, si distrugge mezza Messina. Noi facevamo altre proposte progettuali, e insistiamo col ministro per fargli capire che se il suo obiettivo è quello di avere il suo nome nella storia delle infrastrutture italiane la strada è sbagliata”.

L’ex ministra ha poi parlato di “un lavoro importante svolto dal Pd sotto il profilo della programmazione di infrastrutture assolutamente necessarie per la Calabria, senza le quali le diseguaglianze sotto il profilo delle opportunità di lavoro, di imprese non si supereranno, e quindi queste infrastrutture devono essere assolutamente realizzate”.

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