In accoglimento delle richieste di riesame presentate dall’avvocato Giuseppe Alvaro del Foro di Palmi il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha annullato integralmente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Palmi nei confronti di Alvaro Domenico, 33 anni, residente a San Procopio, detenuto a Palmi, disponendone l’immediata scarcerazione.
Il Tribunale reggino ha inoltre annullato tre dei quattro capi di imputazione provvisoria contestati ad Alvaro Carmine, 37 anni, di San Procopio, detenuto a Corigliano Rossano, concedendo gli arresti domiciliari in relazione al residuo capo 11) della rubrica.
I due fratelli Alvaro erano stati tratti in arresto lo scorso mese di gennaio nell’ambito dell’operazione denominata “Terramala”, che ha preso avvio dalla rapina messa a segno il 2 maggio 2019 da un commando armato ai danni di un furgone blindato porta valori della ditta “Sicur Transport”, lungo la Strada Provinciale 27 in località Ponte Mangano, tra i Comuni di Melicuccà e San Procopio. I rapinatori, dopo aver sbarrato la strada mediante un autocarro in stato di abbandono e alcuni tronchi d’albero tagliati e riversi sull’asfalto, tamponavano il blindato con una Fiat Uno provento di furto, riuscendo così a bloccare il mezzo e a sottrarre una somma di denaro in contanti pari a euro 627.500,00, oltre a una pistola in uso a una delle due guardie giurate.
Nei confronti di Carmine Alvaro, ritenuto dagli inquirenti uno degli autori materiali della rapina in concorso con i co-indagati Francesco Trefiletti, 31 anni, di San Procopio, e Giuseppe Oliveri, 32 anni, di Seminara, il GIP di Palmi, esclusa la gravità indiziaria in relazione alla rapina aggravata, aveva tuttavia applicato la misura cautelare carceraria con riferimento a una serie di delitti di furto aggravato di autovetture e di detenzione e porto di un ordigno esplosivo poi utilizzato per commettere un danneggiamento nel territorio di Palmi. Per tali ultimi reati era stato arrestato anche il fratello Domenico Alvaro, ritenuto altresì responsabile della procurata inosservanza di pena di Francesco Trefiletti, avendolo aiutato, secondo l’accusa, a sottrarsi a un ordine di esecuzione di pena definitiva emesso dalla Procura di Reggio Calabria.
L’avvocato Giuseppe Alvaro, difensore di entrambi gli indagati, ha contestato la gravità del quadro indiziario prospettato dal GIP palmese, osservando che gli elementi accusatori non superavano la soglia del sospetto e, dunque, non erano idonei a giustificare l’applicazione di una misura cautelare.