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Palmenta: “Arresto di Messina Denaro è una vittoria per lo Stato, gli applausi della gente un segnale di speranza per il futuro”

«L’arresto di Matteo Messina Denaro segna un’indiscutibile vittoria dello Stato, riconosciuta soprattutto dagli applausi dei cittadini di Palermo che hanno accompagnato l’operazione dei Carabinieri del Ros». È quanto afferma l’assessora alla Legalità e Sicurezza del Comune di Reggio Calabria, Giuggi Palmenta, dopo la cattura del capo di Cosa Nostra. «La speranza – ha aggiunto – è che lo stesso Messina Denaro possa contribuire, adesso, a fare chiarezza su una latitanza durata 30 anni e sui tanti episodi nefasti che l’hanno caratterizzata, conscio che il suo potere deviato non attecchisce più in una società sempre più consapevole e coraggiosa nel contrastare e denunciare fenomeni mafiosi che affamano, insanguinano e impoveriscono i territori».
«L’ultimo successo della magistratura e delle forze dell’ordine – continua Palmenta – si aggiunge ai tanti raggiunti in Sicilia, in Calabria e, più in generale, nell’intero Paese. Sempre più attente e puntuali operazioni di polizia descrivono la pervasività della criminalità mafiosa dal Sud al Nord d’Italia e, in particolare, in aree che, fino a qualche tempo fa, si pensava fossero impermeabili a certi condizionamenti. Nessuna città, dunque, è immune e, proprio per questo, diventa fondamentale l’operato di ogni Procura, di ogni magistrato, e naturalmente delle forze di polizia, che svolgono un ruolo importante in un contesto di repressione, ma soprattutto nella diffusione di fiducia e speranza nei cittadini. L’egregio lavoro portato avanti a Palermo si è, così, tradotto nei tanti applausi di gente comune, un segnale di speranza per il futuro, che non ha abbassato la testa di fronte al boss più ricercato di sempre perché, purtroppo, le ferite aperte sono ancora tante e troppe».
«La cattura di Messina Denaro – conclude l’assessora – non può che spingere il pensiero, prima di tutto, al per sempre piccolo Peppino Di Matteo, fino ad arrivare ai magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti. Su questi e su tanti altri fatti di sangue il Paese pretende verità e giustizia per arrivare ad individuare mandanti e responsabili a qualsiasi livello».
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