«Non sappiamo se sorridere di fronte a quelle che appaiono grossolane boutade o sospettare una presunta incapacità di intendere e volere nell’azione di chi, oggi, firma una nota ergendosi a moralizzatore della politica e della gestione della cosa pubblica. Sta di fatto che, la sortita di alcuni circoli di Fdi di cui non si conosce né la sede ufficiale né la struttura organizzativa, ha davvero dell’incredibile». È quanto afferma il movimento “Patto per il cambiamento” che, in una nota stampa, si domanda: «Ma davvero i presidenti dei fantomatici circoli attaccano l’amministrazione comunale sul recente adeguamento delle indennità di mandato imposte dalla Legge di bilancio 2022? Davvero i sedicenti presidenti (di chi o di che cosa?) si attardano a puntare il dito contro la maggioranza su temi quali moralità, trasparenza e legalità?».
«Francamente – incalzano – stentiamo a credere che persone dotate di un minimo di serietà ed onestà intellettuale, possano soltanto immaginare di poter salire sul pulpito, soprattutto rispetto a questioni ampiamente esaurite dalla storia recente e che raccontano un partito, alle nostre latitudini, tenuto a distanza persino dalla stessa leader e presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che a Reggio e in Calabria mette difficilmente piede quando si tratta della sua organizzazione politica».
«Mai – aggiungono – ci siamo permessi di commentare le innumerevoli azioni giudiziarie che, ad ogni livello, hanno colpito e azzerato i vertici reggini e calabresi di Fratelli d’Italia, un partito perennemente commissariato e collezionista di indagini, arresti e relativi imbarazzi e distinguo. La nostra natura garantista, infatti, ci porta a confidare, sempre, comunque e profondamente nell’attività libera e indipendente della magistratura, cui va il nostro continuo ringraziamento per il costante impegno profuso, pur nelle difficoltà dovute alla carenza di uomini e mezzi, in un territorio complesso come il nostro».
«Quello che stupisce, nelle invettive di Fratelli d’Italia – proseguono – è proprio lo spericolato miscuglio di argomenti che nulla hanno a che vedere l’uno con l’altro se non per sprecare inchiostro e ingombri di giornale».
«Suvvia – continuato dal “Patto per il cambiamento” – i cittadini non hanno, di certo, l’anello al naso e sanno perfettamente riconoscere il vuoto delle accuse mosse e la reale consistenza, in termini politici e di credibilità, di chi quegli attacchi li ha firmati senza pudore o vergogna».
«L’adeguamento delle indennità – ricordano – è stato inserito nella legge di bilancio dello Stato del 2022, parametrato al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni. Si tratta quindi di una misura di carattere nazionale, non certo decisa dal Comune di Reggio. Le amministrazioni del sindaco Giuseppe Falcomatà, negli anni passati, pur avendone facoltà non hanno mai pensato di aumentare gli emolumenti dei componenti il Consiglio comunale. Questo, però, non viene rilevato dai presidenti dei fantomatici circoli Fdi».
«Oggi – spiegano dal movimento – è una norma nazionale ad imporlo e se da Fratelli d’Italia vogliono contestarla, possono farlo rivolgendosi alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ammesso che la premier abbia voglia e intenzione di interloquire con i referenti locali del suo partito. Oppure, chiedano al loro Governatore, Roberto Occhiuto, di tagliare il proprio stipendio così da suscitare un effetto a cascata su tutte le indennità parametrate al suo trattamento economico».
«Invocare dimissioni “a vanvera” – concludono dal “Patto per il cambiamento” – è uno sport in cui le destre, nella nostra città, sono ormai divenute professioniste. Se la bramosia di potere li conduce a raccogliere l’ennesima brutta figura, quelli di Fratelli d’Italia farebbero bene a chiudersi in meditazione, riflettendo sul perché e sul come le dimissioni dei loro consiglieri comunali stiano ancora accumulando polvere fra i fascicoli dello studio di un notaio».