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Cirò, la città del vino e del calendario punta sulla sua cifra culturale: fede, scienza e identità per il rilancio della destinazione esperienziale

Nella Città del Vino e del Calendario, il tempo si racconta nei secoli, nelle tradizioni e nei volti della comunità. Ed è proprio partendo dalla sua cifra più autentica, quella culturale, che l’Amministrazione comunale ha scelto di far leva per rilanciare la destinazione esperienziale. Una cultura che è una e trina: è al tempo stesso scienza, identità e spiritualità. La città di Luigi Lilio e Giano Lacinio, è anche luogo dell’anima, custode di una spiritualità antica che trova nella figura di San Nicodemo Abate il suo simbolo più profondo e condiviso.

 

L’ASSE CULTURALE E SPIRITUALE DELLA DESTINAZIONE

Cirò fonda la sua visione di sviluppo sul valore dei Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria Straordinaria, che riconoscono al borgo un ruolo centrale nella storia della scienza e del pensiero, non solo calabrese ma dell’umanità. Luigi Lilio, medico e astronomo, diede al mondo la riforma del calendario gregoriano e con essa la misura moderna del tempo. Giano Lacinio, il teologo francescano che rivoluzionò l’alchimia; alchimista e umanista, rappresentò l’incontro fra la conoscenza scientifica e la ricerca filosofica nel cuore del Rinascimento. A completare questo patrimonio intellettuale, si staglia la figura di San Nicodemo Abate, monaco basiliano nato a Psicrò – l’antico nome di Cirò – nel X secolo, guida spirituale e punto d’unione fra Oriente e Occidente cristiano.

 

SAN NICODEMO DI CIRÒ, IL PATRIMONIO RELIGIOSO DI UNA COMUNITÀ

La presenza di San Nicodemo attraversa la storia e la coscienza collettiva di Cirò. Le fonti antiche, a partire dagli scritti del monaco Apollinare Agresta e dai successivi studi di Monsignor Antonino Terminelli, ne descrivono la nascita e la vita tra le colline che guardano lo Jonio. La proclamazione a Patrono e concittadino da parte di Papa Urbano VIII nel 1630 e la successiva donazione di parte delle reliquie, custodite ancora oggi nella Casa-Chiesa del Santo, suggellarono un legame mai interrotto tra la città e il suo protettore. La famiglia Dima, di cui il Santo porta il nome, rimane tuttora radicata nel territorio, testimonianza viva di una discendenza e di un culto che non appartengono solo alla devozione ma anche alla memoria civile.

 

SCULCO: LA NOSTRA IDENTITÀ È IL NOSTRO FUTURO

La nostra comunità – sottolinea il Sindaco Mario Sculco che si sta facendo interprete, insieme all’Amministrazione Comunale di un vero e proprio rinascimento culturale consapevole della Città – non ha mai smesso di essere un luogo di cultura e di fede. La nostra identità è la nostra forza e, allo stesso tempo, la nostra direzione. San Nicodemo, Lilio e Lacinio, nel pantheon di tutti gli altri concittadini illustri di Cirò di tutti i secoli, sono le tre anime di una stessa gente: quella che sa fondere l’intelletto con la spiritualità, la ricerca con la memoria. Da questa consapevolezza nasce la nostra idea di sviluppo, fatta di valorizzazione, racconto e apertura.

 

E non è un caso – aggiunge il Primo cittadino –  che la nostra programmazione culturale e turistica sia oggi costruita attorno a questo asse di senso: la scienza del tempo di Lilio, l’umanesimo della conoscenza di Lacinio e la fede viva di San Nicodemo. Tre percorsi che non si sovrappongono ma si intrecciano, restituendo a Cirò la sua piena dimensione di città dotta, ospitale e spirituale.

 

UNA ROTTA CULTURALE CHE GUARDA LONTANO

La riscoperta dei luoghi di San Nicodemo, la promozione dei percorsi dedicati a Lilio e Lacinio e la valorizzazione dei saperi legati al vino e all’ospitalità diventano parte di un progetto unico di crescita. Cirò si presenta come una destinazione identitaria in cui fede e cultura non si contrappongono ma convivono, costruendo un racconto coerente e duraturo. La nostra rotta è chiara – conclude Sculco – e punta ad investire sulla cultura e sulla spiritualità per costruire una comunità viva e riconoscibile. Le nostre radici non ci ancorano, ci orientano. Ed è da qui che nasce il futuro della Città del Vino e del Calendario.

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