La Prima Sezione penale della Corte di Cassazione ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione del diritto della persona offesa di ricusare un giudice ritenuto non imparziale. Il caso trae origine dal procedimento sull’omicidio di Francesco Chimirri, avvenuto a Crotone il 3 ottobre del 2024. L’uomo venne ucciso da un colpo di pistola sparato da un’agente di polizia nel contesto di un’aggressione che aveva coinvolto i familiari della vittima e il vice ispettore Giuseppe Sortino. Per l’aggressione al poliziotto quattro persone hanno patteggiato la condanna, mentre per l’omicidio, il gip di Crotone ha proceduto il 28 luglio scorso all’archiviazione per legittima difesa accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica.
I familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Tiziano Saporito e Andrea Filici, già prima dell’archiviazione, avevano chiesto la ricusazione del gip Elisa Marchetto, ritenendo che la giudice avesse già espresso un orientamento netto in un precedente provvedimento cautelare sulla stessa vicenda disponendo un’ordinanza cautelare nei confronti dei 4 aggressori del poliziotto.
La Corte d’appello di Catanzaro aveva dichiarato inammissibile l’istanza, sostenendo che la persona offesa non ha titolo per ricusare. Gli avvocati Saporito e Filici hanno presentato ricorso in Cassazione che con ordinanza del 2 ottobre scorso, ha invece ritenuto la questione “rilevante e non manifestamente infondata”, trasmettendo gli atti alla Consulta. Si tratta di una decisione definita dagli avvocati di parte civile di “portata storica”, destinata a incidere sulla posizione processuale delle vittime nei procedimenti penali. “Non è solo la vicenda di Francesco Chimirri – commentano i legali – ma un principio di civiltà giuridica: la vittima ha diritto a un giudice terzo e imparziale”. Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere la questione, spiegano i difensori, l’ordinanza di archiviazione potrebbe essere travolta e il caso riesaminato da un diverso giudice.