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“Nemesis”, a Casabona scoperta la presenza di una nuova ‘ndrina: “Voti in cambio di favori alla ditta edile della cosca”

L’inchiesta “Nemesis” coordinata della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone ha portato “ad acquisire un importante riscontro giudiziario su una nuova ‘ndrina, quella dei Tallarico”.

A dirlo il comandante provinciale dell’Arma a Crotone, il colonnello Raffaele Giovinazzo, incontrando i giornalisti insieme al procuratore facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla ed al comandante del reparto operativo dei carabinieri di Crotone Angelo Pisciotta.

“Uno dei componenti della famiglia – ha spiegato Pisciotta – è stato condannato a 20 anni di reclusione per associazioni mafiosa nell’ambito dell’operazione Stige come appartenente alla cosca Farao Marincola”. Ma che la ‘ndrina avesse acquisito un proprio ruolo, ha aggiunto Giovinazzo, è venuto dal “riconoscimento del ‘crimine’ di Cirò, confermato da incontri e summit, che abbiamo documentato, a cui partecipavano insieme alle principali cosche dei vicini territori di Rocca di Neto, Petilia Policastro, Cirò e di Cirò Marina e della frazione Papanice di Crotone. Incontri finalizzati alla gestione delle attività illecite”.

“Una ‘ndrina – ha detto Capomolla – organizzata su base familiare che gestiva tutte le attività illecite nel territorio di Casabona e che aveva contatti molto stretti con il sindaco Francesco Seminario e l’assessore Anselmo De Giacomo. Un rapporto finalizzato, in cambio di voti alle elezioni successive allo scioglimento dell’Ente in seguito all’operazione Stige, a favorire l’attività imprenditoriale edile riconducibile alla cosca stessa anche con vantaggi per l’indebito godimento di beni pubblici e di aree destinate a piano per insediamenti industriali con ditte che non avrebbero potuto partecipare perché interdette e ad ottenere assunzioni in enti comunali”.

Un supporto elettorale, ha sottolineato Giovinazzo, che ha portato Seminario ad essere eletto con il 62% delle preferenze e De Giacomo ad essere il consigliere più votato. Non solo, in occasione della prima fissazione delle elezioni, poi rinviate, nella lista opposta, ha detto l’ufficiale dell’Arma, “c’era un candidato consigliere legato ad alcune cosche, che nella consultazione effettiva non c’era più, a testimonianza dell’accordo raggiunto”.

In una zona colpita fortemente dalla siccità nella stagione estiva, la ‘ndrina poteva sfruttare le risorse idriche a proprio piacimento, hanno spiegato gli investigatori, utilizzando l’acqua potabile per impastare il calcestruzzo e senza neanche pagarla. Questo perché i tecnici di Sogesi e Sorical che dovevano effettuare i controlli “non solo non segnalavano gli allacci abusivi – ha detto Pisciotta – ma addirittura consigliavano come farli fornendo anche la giustificazione da opporre qualora qualcuno li avesse scoperti adducendo gli allacci a motivi di servizio anrtincendio”

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