Nell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone l’Assistenza domiciliare integrata sta proseguendo e si è già vicini all’obbiettivo definito dal PNRR (ovvero il 10% di soggetti over 65 anni assistiti a domicilio nell’anno). Da evidenziare, però, che qualche soggetto erogatore sta fornendo assistenza senza seguire alcune indicazioni date dall’azienda, anche erogando più di quello per cui è stato accreditato. Bisogna tener conto anche che l’ASP di Crotone ha superato il target assegnato dalla Regione nel 2023, segno di una sensibilità particolare nei confronti dei soggetti fragili della provincia.
La direzione aziendale ha richiesto un’analisi dell’appropriatezza delle richieste, in quanto arrivano anche proposte di proroga non motivate con cognizione e precisione, oltre a richieste di livelli di alta intensità non giustificati. Fondamentali, quindi, il controllo e la valutazione di appropriatezza dei rinnovi e dei livelli assistenziali di ADI. A questo proposito, l’Unità di valutazione medica è tenuta a valutare l’appropriatezza delle proroghe e delle richieste.
Nel centro direzionale “Il granaio” si sta lavorando per mettere ordine anche in questo ambito e per fare le cose meglio rispetto a quanto fatto in passato, anche in vista del fatto che dopo il 2025 verranno a mancare le risorse PNRR e si dovrà sopperire alle esigenze dei pazienti solo con risorse del bilancio regionale.
L’Uneba è a conoscenza del fatto che l’Asp ha chiesto formalmente alla Regione di poter saldare le prestazioni effettivamente svolte dai soggetti accreditati nell’annualità 2023 e rendicontate a livello centrale. Ad oggi non è giunta alcuna risposta alla richiesta inviata dalla direzione dell’ASP alla struttura commissariale.
L’operazione di miglioramento dell’appropriatezza ha l’obiettivo di permettere al maggior numero possibile di cittadini/pazienti di poter usufruire del servizio di assistenza domiciliare, anche dopo il 2025.
Per il 2024, inoltre, i soggetti erogatori hanno richiesto all’Asp un incremento notevole delle risorse, rispetto al budget stabilito per il 2023. È necessario quindi trovare un punto di equilibrio tra la domanda e le risorse effettivamente disponibili. Per il 2023, invece, l’azienda pitagorica ha già effettuato, come noto, un’importante operazione di riconversione di risorse destinate ad altre funzioni verso l’ADI, in quanto è stato riconosciuto che sono state erogate molte più prestazioni di quelle previste, che richiedono quindi maggiori risorse rispetto alle somme stanziate inizialmente.
Una volta chiuso il 2023, si proporrà il contratto per il 2024, ma questo gli erogatori lo sanno bene.