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Naufragio migranti, il procuratore di Crotone Capoccia: “Dalla barca nessuna richiesta di aiuto. L’inchiesta ricostruirà tutti i passaggi”

Un’indagine che verte sul naufragio del barcone e non sulla catena dei soccorsi, ma che analizzerà anche come sia stata gestita tutta la vicenda, dal momento dell’avvistamento effettuato da un aereo Frontex, alla tragedia.

E’ il perimetro in cui il procuratore capo di Crotone Giuseppe Capoccia circoscrive l’inchiesta aperta sul naufragio del barcone carico di migranti avvenuto all’alba di domenica sulla spiaggia di Steccato di Cutro.

I reati ipotizzati, specifica il magistrato, sono omicidio colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma ciò non toglie che la Procura intenda comunque accendere un “faro” anche sulla gestione dei soccorsi.

“Stiamo ricostruendo tutti i passaggi dall’avvistamento in poi per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare e che sembra sia stato fatto. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili”, spiega all’ANSA.

Sull’efficacia dei mezzi navali di Guardia di finanza e Guardia costiera di Crotone ad affrontare un mare forza 4 – come quello di domenica mattina – il giudizio del procuratore si allarga ad una considerazione generale che, ovviamente, non fa parte delle indagini.

“Qui – spiega – mancano uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Il governo dovrebbe capire che sarebbe necessaria impostare in modo diverso le strutture. In estate abbiamo 3 sbarchi la settimana”.

La fascia ionica calabrese, dice il magistrato, “dovrebbe essere il fiore all’occhiello per questo tipo di interventi e questo non avviene per mancanza di uomini e mezzi. Bisogna attrezzare questi uffici. Siamo una piccola provincia che regge uno scontro che dovrebbe riguardare l’Italia ma anche tutta l’Europa”.

Capoccia però, evidenzia anche che un eventuale abbordaggio per un trasbordo con mare grosso è altamente pericoloso e ricorda l’episodio avvenuto anni fa nel canale d’Otranto quando una nave militare venne in contatto con un barcone provocandone l’affondamento. In ogni caso, la Procura sta “acquisendo tutti i dati, poi il pm che procede tirerà le somme. Di certo c’è che la barca, di sua volontà, non si stava dirigendo verso il porto di Crotone”.

Ad alimentare interrogativi sui soccorsi è anche un twitter del giornalista Sergio Scandura, che pubblica l’immagine di un fonogramma inviato 16 ore prima dell’avvistamento del barcone da parte dell’areo Frontex dal Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc) di Roma a tutte le navi in transito nello Ionio con l’invito a segnalare l’eventuale presenza di imbarcazioni in difficoltà. Interrogativi che il vicepresidente del Gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Marco Grimaldi mette nero su bianco in una interrogazione – sottoscritta da tutte le deputate e i deputati del gruppo – al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sotto forma di 10 domande.

Le prime richieste riguardano “l’esatto orario della prima comunicazione ricevuta dal Mrcc” e “per quale motivo sia stata inviata la Guardia di Finanza, incaricata di law enforcement nell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina e non di specifici compiti di ricerca e soccorso attribuiti in genere alla Guardia Costiera”.

Nella vicenda c’è anche la stranezza di una telefonata internazionale che sarebbe giunta poco prima del naufragio al Comando del Gruppo aeronavale della Guardia di finanza, in un inglese talmente stentato che solo per l’intuito degli operatori aveva portato all’allertamento delle unità di terra nella zona della tragedia. Su questo aspetto il procuratore Capoccia parla di “una strana triangolazione.

Dalla barca non hanno chiesto aiuto come succede sempre non appena arrivano in prossimità della costa”. Carabinieri e Guardia di finanza, intanto, hanno fermato un altro presunto scafista, dopo il cittadino turco bloccato ieri. Si tratta di un pakistano. Gli investigatori sono adesso alla ricerca di una terza persona sospettata di avere fatto parte dell’equipaggio e che non e stata ancora rintracciata.

Lungo la costa, intanto, proseguono le ricerche dei dispersi. Oggi sono stati recuperati 4 corpi, l’ultimo nel tardo pomeriggio, a poca distanza da dove il barcone si è sfasciato: si tratta di una bambina di circa 14 anni dai capelli neri lunghi e ricci. Recuperi che fanno salire a 63 il numero delle vittime accertate, mentre i dispersi sarebbero una trentina ed i sopravvissuti 80. Le ricerche andranno avanti ininterrottamente con l’obiettivo di cercare di poter dare una degna sepoltura a tutte le vittime della tragedia.

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