“Ci tocca registrare una nuova immane tragedia e questa volta lungo le nostre coste calabresi con un barcone carico di immigrati e distrutto dalla violente onde del mare , naufragato all’alba a Steccato di Cutro nel crotonese. Oltre cinquanta le vittime, vite umane spezzate la cui responsabilità ricade sulla folle politica di gestione di tutto un fenomeno che l’Unione Europea per prima, non vuole comprendere come affrontare e risolvere. Serviranno a poco in questo frangente le note di cordoglio provenienti da tutto il mondo della politica e delle istituzioni. I viaggi che vengono definiti della speranza spesso hanno questo tragico e drammatico epilogo dinanzi a cui, ogni persona dotata di cuore e di buon senso, non può che esserne turbato e rattristato.
Auspichiamo che ora il governo italiano per primo attui una rigida politica ed assuma una decisa presa di posizione davanti all’Unione Europea in merito a questo fenomeno. Servono forme di protettorato da parte dell’Europa in quelle nazioni da dove partono massicciamente imbarcazioni di esseri umani , i cui rischi , una volta entrati in mare aperto sono altissimi e con esiti come abbiamo visto drammatici. Si attui il principio divino di ogni Terra un popolo ed ogni popolo una Terra, e si scovino quelle organizzazioni criminali che consentono il mercimonio di uomini, donne e bambini”. Lo afferma in una nota Paolo Di Matteo, Coordinatore regionale Exit Calabria-.