“Si è scatenata una bagarre che ha avuto una sola vittima, il Paese. Eravamo rappresentati dall’italiano che più riscuoteva prestigio e credibilità a livello internazionale. Abbiamo la guerra alle porte, l’emergenza pandemica non è passata. Il nostro paese aveva bisogno di stabilità, i territori necessità di punti specifici di riferimento. Credo che questi argomenti siano sufficienti a evidenziare scelte che non hanno contatto con la realtà e con i bisogni dell’Italia”. Così all’AdnKronos il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, tra i firmatari della petizione per la permanenza di Draghi a Palazzo Chigi.
“Sono stato uno delle migliaia di sindaci che ha firmato l’appello affinché il presidente Draghi continuasse il suo lavoro – aggiunge -, e quei sindaci sono l’espressione di varie componenti politiche, dal centro destra al centro sinistra o movimenti civici. Il segno che chi lavora sul campo ha avvertito la responsabilità che una crisi di Governo comporta al di là delle appartenenze. Evidentemente chi siede in Parlamento ha preferito interessi di partito ad interessi più generali del paese. Portano tutti, in egual modo, il peso di questa scelta irresponsabile”.
“Attraversavamo una fase storica probabilmente decisiva per la ripresa del nostro paese – osserva Voce -, i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, solo per fare un esempio, rappresentano una risorsa fondamentale per i territori. I singoli comuni sono impegnati al massimo in questo senso. Rimettere tutto in discussione potrebbe avere ripercussioni gravissime dal punto di vista economico e sociale, ed ancora di più per territori come quelli del Sud già sofferenti e in ritardo rispetto al resto del paese”.
“Il presidente Mattarella, altro fondamentale punto di riferimento per il nostro paese – chiosa, infine, Voce -, affidando la presidenza del Consiglio a Mario Draghi aveva soprattutto richiamato alla responsabilità i partiti ed i parlamentari. Superare le ideologie ed operare per il bene del paese. Era questo il messaggio affidato alle deputazioni parlamentari. I distinguo che qualche esponente sta facendo rispetto alle scelte operate dal proprio gruppo di riferimento è indice che questo messaggio era stato colto. Purtroppo non da tutti, ed ha prevalso l’interesse di parte rispetto all’interesse collettivo”.
(AdnKronos)