“I sottoscritti sindacati, partiti e associazioni rilevano che il Comune di Cosenza ha ancora in
corso i lavori del museo di Alarico, nell’edificio già delle Case Popolari e che prima ancora era il
Jolly Hotel, sul Lungo Crati De Seta. L’area in cui si svolgono tali lavori è a rischio idrogeologico
R3, secondo la delimitazione del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) della Calabria, attualmente in
vigore.
Nella sopradetta detta area – per le Norme di Attuazione e Misure di Salvaguardia del
PAI, art. 22 – Disciplina delle aree a rischio di inondazione R3 – sono vietate tutte le opere di
trasformazione dello stato dei luoghi e quelle di carattere urbanistico ed edilizio, ad eccezione
di un certo numero di opere dettagliatamente elencate, tra cui gli “interventi di demolizione
senza ricostruzione”.
Il principio ispiratore della norma è assai chiaro: nelle aree a rischio non devono sorgere delle
nuove costruzioni, anche se si fanno corrispondenti demolizioni.
La precedente Amministrazione aveva approvato un progetto che prevedeva di demolire i
piani superiori dell’edificio e conservare solo il piano terra. Il progetto veniva approvato come
intervento di demolizione senza ricostruzione e come tale non era soggetto al parere dell’Autorità di
Bacino (AB). Ma quel progetto si è rivelato non praticabile e la nuova Amministrazione ha dovuto
procedere a formulare una variante, che comprende la costruzione di una struttura interna in cemento
armato, la demolizione anche del solaio tra piano terra e primo piano oltre a una parete esterna, la
loro ricostruzione e la costruzione di una nuova copertura.
La foto, del 31 luglio 2025, permette di vedere chiaramente qual è la situazione attuale.
Le demolizioni sono state eseguite secondo la norma, perché dell’edificio esistente sono stati demoliti
tutti i piani, tranne tre delle pareti esterne del piano terra; sono stati demoliti anche il solaio tra piano
terra e primo piano e la parete esterna occidentale, quella prospiciente Piazza dei Valdesi.
Il problema è la ricostruzione, perché in aderenza a tre delle pareti è già stata realizzata la
nuova struttura in cemento armato e presto si procederà alla ricostruzione della parete demolita, del
solaio e della copertura, oltre ad opere accessorie come, per esempio, la tanto enfatizzata terrazza.
Tutto ciò platealmente al di fuori di quanto previsto dalla Legge che ammette soltanto
“interventi di demolizione senza ricostruzione”.
Si può aggiungere, da ultimo, che, mancando il parere dell’Autorità di Bacino, è illegittimo
il procedimento autorizzativo, come da sentenza della Corte di Cassazione sez. III n. 50500 del
19 settembre 2023; inoltre si configura un reato penale ai sensi dell’art. 44 lett. a) D.P.R.
380/2001, secondo la sentenza della Corte di Cassazione sez. III n. 36397 del 7 ottobre 2011,
come già messo in evidenza da un esposto presentato dai sottoscritti alla Procura della
Repubblica di Cosenza in data 11 aprile 2025”.
Così in una nota: Usb di Cosenza, Partito della Rifondazione comunista Provincia Cosenza, Forum ambientalista
Calabria, Circolo Sinistra Italiana dell’area urbana, Cgil Cosenza, Radio Ciroma.