Nel quarantesimo anniversario della sua morte, le istituzioni si sono strette intorno a quel generoso lascito di legalità e speranza firmato “Sergio Cosmai”.
Perché Sergio Cosmai credeva fortemente nel valore sociale delle istituzioni e soprattutto nella funzione rieducativa della pena.
La sua opera, connubio di giustizia sociale e dignità umana, è oggi più che mai attuale, in quanto ruota intorno a quel “cardine” del nostro ordinamento costituzionale, l’art.27, che richiama ad un ruolo umanizzante e riabilitativo della pena, da intendersi come il saper coniugare dignità, trattamento del detenuto, rispetto delle regole sociali e sicurezza in carcere, e proprio per questo in piena sintonia con la nuova riforma carceraria.
Così in una nota il Gran Priore per la Calabria del Sovrano Ordine Monastico Militare dei Cavalieri Templari Federiciani Filomena Falsetta.
Falsetta (Templari Federiciani) su Sergio Cosmai: “La sua opera, connubio di giustizia sociale e dignità umana, è in piena sintonia con la nuova riforma carceraria”
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