“Ma certa gente che cosa pensa? Che la Calabria è popolata, per metà, da cretini con l’anello al naso e, per l’altra metà, da filibustieri sodali, conniventi e compiacenti? Altrimenti non si spiegherebbe l’indecente piano di efficientamento e riqualificazione 2023 – 2025, adottato dal Direttore generale dell’INRCA con la determina n. 355 del 14 settembre 2023. Quel documento, al di là di un farneticante delirio autocelebrativo, nella sostanza, è la certificazione, di come sia stato, spregiudicatamente, dilapidato il denaro pubblico. E io parlo con le carte alla mano. E, giusto per intenderci, con le carte e le cifre confezionate dalla stessa direzione generale dell’INRCA. Procediamo con ordine. Nel 2018 l’INRCA ha incassato dalla Regione Calabria, a integrale ripiano del debito pregresso, circa 20 milioni di euro. I documenti che attestano la purgazione debitoria sono citati alla pagina 3 del piano di efficientamento. Nel frattempo, l’INRCA beneficiava, già all’epoca, di un accreditamento pari a 59 posti letto, di cui 39 di geriatria e 20 di riabilitazione. Il documento che attesta l’attuale dotazione dei posti letto è il DCA n. 64 del 2016. Senza tacere, però, che già con il DCA n. 18 del 2010 i posti letto accreditati erano 39. Attenzione, ora, ai numeri. A partire dal 2010 l’INRCA di Cosenza avrebbe dovuto lavorare con 39 posti letto attivi e dal 2016, avrebbe dovuto lavorare con 59 posti letto attivi. Senonchè, udite, udite, sapete con quanti posti letto sta lavorando? Sta lavorando con 20 posti letto medi. Il dato è, gaglioffamente, riportato nella tabella elaborata a pagina 6 del farlocco piano di efficientamento. Cioè a dire: tralasciando il periodo 2010/2015, per 7 anni, dal 2016 al 2022, l’INRCA ha lavorato, nell’omertoso silenzio di tutti, solo con un terzo dei posti accreditati. E, tuttavia, ha incamerato gli introiti liquidati dalla regione Calabria. E, qui, sorge spontaneo un punto di domanda: l’INRCA doveva lavorare con 59 posti letto, ha lavorato con 20 posti letto medi, e allora, la regione Calabria quali prestazioni ha pagato? Vuoi vedere che la regione ha esborsato una montagna di denaro per prestazioni che l’INRCA di Cosenza non ha mai erogato? E, allora, forse è arrivato il momento di squarciare l’omertoso silenzio, perché con il denaro pubblico, né la regione Calabria, né l’INRCA di Ancona, possono fare il gioco delle tre carte. L’INRCA deve restituire tutte le somme, indebitamente, percepite dalla regione Calabria. E la Regione Calabria deve, immediatamente, attivare tutte le procedure per conseguire la tempestiva restituzione delle somme, indebitamente, elargite. E, invece, sapete che cosa fa la regione Calabria? Fa esattamente questo: con il DCA 217 del 2023 ha assegnato all’INRCA di Cosenza un “finanziamento complessivo…per un valore superiore al volume della produzione che effettivamente sarà erogata”. Questo è scritto, con strafottente tracotanza, nero su bianco, a pagina 15 del piano di efficientamento firmato dal direttore generale dell’INRCA. Ecco la prova provata dell’oscena malversazione in atto. E la prova provata è fornita dallo stesso manegement dell’INRCA. Della serie: qui, in Calabria, c’è chi, con sfacciata arroganza, regala denaro pubblico. Roba da far rabbrividire. Tranne che io non sia ammattito, a me pare di capire che il Commissario ad acta sovvenziona l’INRCA con un finanziamento superiore alla produzione che l’INRCA, effettivamente, erogherà. E tutto questo che cosa significa? Significa fare razzia del denaro pubblico. E la storia non è giunta al termine. Manca il finale ed è un finale a sorpresa. L’INRCA il 2018 ha incassato 20 milioni di euro per i crediti pregressi, lavora a scartamento ridottissimo (20 posti letto anziché 59); nel corso degli anni è stata, regolarmente, pagata dalla regione Calabria; da ultimo ha ricevuto un finanziamento anche per prestazioni non erogate, ciò nonostante, chiuderà il triennio 2023-2025 con una voragine debitoria stimata in un milione e mezzo di euro: questo è, testualmente, scritto, sempre a pagina 15 del piano di efficientamento. Insomma, fiumi, anzi oceani di denaro pubblico, selvaggiamente, saccheggiati senza ritegno. Per non parlare della gestione del personale, sulla quale la FP CGIL ha, provvidamente, declinato una posizione chiara e netta. Oltre il 42% del personale, in servizio, è precario: tanto è, spudoratamente, ammesso a pagina 16 del piano di efficientamento. Il che, non solo, compromette seriamente la stabilità della struttura e la continuità di una adeguata assistenza sanitaria, per quanto mette anche – e soprattutto – in grave sofferenza la sussistenza dei requisiti per l’accreditamento. E’ inutile tergiversare: l’INRCA di Cosenza è una bolgia infernale, letteralmente, fuori controllo, foraggiata da un ceto politico, che, orgiasticamente, scialacqua il denaro pubblico, arrivando, addirittura, a finanziare prestazioni sanitarie, rispetto alle quali, per ammissione degli stessi beneficiari, si ha la certezza matematica che non saranno mai erogate. E, allora, chi ha il dovere di controllare non può più rimanere alla finestra. La vicenda dell’INRCA di Cosenza è, semplicemente, scandalosa!”.
Lo denuncia in una nota Giuseppe Ciacco, consigliere comunale della città di Cosenza.