“Questa mattina nel corso delle audizioni della I commissione affari istituzionali, come UIL abbiamo portato il nostro contributo alla discussione sul progetto di legge regionale per l’istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Abbiamo accolto sin da subito l’invito a relazionare in commissione, convinti, che queste audizioni possano andare nella direzione di colmare, almeno in parte, quel gap
del mancato confronto che in queste ultime settimane è stato spesso lamentato dagli enti locali direttamente coinvolti, aprendo una discussione ampia che tenga in debita considerazione i contributi di tutti i soggetti interessati, mettendo al centro dell’azione la partecipazione dei cittadini e delle comunità coinvolte.
Il processo di fusione dei Comuni può e deve rappresentare una possibilità per gli enti locali, di affrontare positivamente la crisi generale e la crescente difficoltà in cui versano i nostri territori. La situazione di crisi persistente e irrisolta in cui versano la maggior parte dei comuni calabresi, impone discontinuità, impone un cambiamento radicale, impone di
superare la naturale resistenza al cambiamento, abbandonando anacronistici localismi, superando quindi quell’atteggiamento di chiusura teso alla difesa del proprio cortile. Per uscire dall’ “impasse”, a nostro avviso, il presupposto fondamentale è puntare sul riassetto territoriale; la frammentazione del territorio infatti, contribuisce al permanere di uno stato di arretratezza, un’arretratezza che sa di occasioni mancate, di possibilità non sfruttate,
si pensi solo ai fondi comunitari e al PNRR. È evidente quindi l’importanza del coinvolgimento dei Comuni nel complesso processo di fusione che riguarderà l’area urbana di Cosenza. Su questo aspetto, abbiamo esortato la commissione a fare la differenza e all’aprirsi a tutti i contributi, anche quelli marcatamente più critici, per provare a fare sintesi delle diverse posizioni nello spirito di costruire tutti insieme non solo il secondo agglomerato urbano più importante della Calabria, ma un nuovo modello di fusione che diventi d’esempio per una nuova stagione politica, improntata su un’organica e razionale rivisitazione dei confini comunali.
Il confronto che abbiamo auspicato, non può tuttavia non partire da alcuni elementi fondamentali che a nostro avviso sono tutt’altro che marginali. Riteniamo infatti che il confronto sul nuovo comune non possa prescindere da uno studio di fattibilità ben strutturato per meglio comprendere potenzialità, opportunità ma anche i limiti, di un così importante riassetto del territorio, ma soprattutto nell’ottica di poter offrire ai cittadini e alle parti interessaste la possibilità di pronunciarsi nel merito. Lo studio di fattibilità non può e non deve diventare uno strumento dilatorio, il pretesto per rimandare sine die un processo non più rimandabile. Sulla data del 1° febbraio 2025 abbiamo invitato la
commissione a considerarla come una data indicativa senza che quest’ultima pregiudichi un’articolata fase preparatoria di confronto e partecipazione. Per tale motivo abbiamo ritenuto fondamentale che nel percorso preparatorio, assieme alla realizzazione dello studio di fattibilità, anche sulla scorta dell’esperienza maturata con la fusione del comune di Corigliano-Rossano, si proceda alla definizione di uno statuto provvisorio a garanzia delle
comunità d’origine. Come UIL siamo convinti che un buon processo di conurbazione possa creare opportunità per una gestione più efficiente delle risorse e dei servizi pubblici. Questa maggiore efficienza potrà favorire un ambiente più congeniale alle imprese e all’occupazione, una migliore pianificazione urbanistica e un utilizzo più razionale del territorio, che potrà consentire di realizzare strategie di sviluppo a lungo termine più coerenti, promuovendo l’attrattività dei territori per gli investimenti, creando quindi nuove opportunità di lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato. Ma il processo deve essere governato in maniera responsabile, creando un percorso di fusione trasparente, partecipativo e inclusivo, in cui i cittadini siano pienamente coinvolti. Quella della Città unica di Cosenza, a nostro avviso, non deve essere soltanto una semplice fusione, ma deve essere una sfida condivisa per costruire un nuovo modello di città inclusiva, sicura, resiliente e sostenibile. Questa fusione sia da “apri pista” per una razionale e organica rivisitazione della geografia istituzionale della nostra regione, per arrivare tra qualche anno ad avere una macchina amministrativa moderna, efficiente, capace di cimentarsi con le sfide e i cambiamenti del futuro”.
Lo afferma, in una nota, Paolo Cretella, segretario generale della UIL Cosenza.