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Mandatoriccio a sostegno della istituzione di Procura e Tribunale a Corigliano Rossano

L’indirizzo preciso tracciato dal Governo Meloni sulla necessità di rivedere la riforma della geografia giudiziaria deve trovare adesione convinta e consapevolezza nei territori. Ciò vale ancor più in Calabria dove, soprattutto in alcune aree come la Sibaritide, è più forte e grave l’esigenza di riaffermare la presenza e l’autorevolezza dello Stato. Le ultime operazioni della Dda di Catanzaro sul territorio ne rappresentano l’ultimissima conferma. Rivendichiamo il ripristino della giurisdizione giudiziaria del soppresso Tribunale di Rossano e quindi la riapertura del tribunale e della relativa procura a Corigliano-Rossano.

 

È per questi motivi che – dichiara il Sindaco Aldo Grispino – condividendo la proposta legislativa approvata dal Consiglio Regionale, che rende disponibili risorse per le spese logistiche destinate alla riapertura del Tribunale di Corigliano-Rossano e sull’incessante lavoro che in questi mesi il senatore Ernesto Rapani sta compiendo in commissione parlamentare giustizia, come Giunta Municipale abbiamo approvato un atto deliberativo finalizzato sostenere ed a contribuire, se possibile, a far accelerare questo processo che riteniamo non più procrastinabile.

 

La delibera è stata già trasmessa al Prefetto di Cosenza, al Guardasigilli ed ai rappresentanti del territorio in Parlamento.

 

Sosteniamo con convinzione – aggiunge il Primo Cittadino – l’iniziativa legislativa tuttora in itinere volta a modificare la Legge Severino che a dieci anni dall’entrata in vigore ha manifestato tutte le sue incongruenze e discrepanze rispetto alle esigenze reali delle comunità e della garanzia del fondamentale diritto alla giustizia.

 

In tutta la Sibaritide, soprattutto nell’entroterra della Sila Greca la Giustizia non viene più di fatto governata. È diventato difficilissimo per i magistrati e le forze dell’ordine poter avere un contatto costante e diretto con le popolazioni di questo territorio a causa delle distanze geografiche dall’attuale unico presidio di Castrovillari, della carenza di mobilità e di risorse umane e finanziarie. E tutto ciò – conclude Grispino – continua a minare alle fondamenta la tenuta stessa della sostenibilità democratica e del complessivo diritto di cittadinanza delle comunità locali.

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