“Povera Rende. Che fine ha fatto il civile, colto quanto costruttivo, dibattito pubblico che dovrebbe animare una città sede di una delle più prestigiose università del meridione?
L’Assessora Marta Petrusewich, infatti, nella difesa d’ufficio dell’Amministrazione rendese, si lascia andare ad una invettiva del tutto gratuita e personale contro l’Ing. Gelsomino, educatore, stimato professionista, già capogruppo del Pd in consiglio comunale e segretario del circolo cittadino. Ci viene in mente Paul Valéry il quale sosteneva che quando non si può contestare il ragionamento, sì contesta il ragionatore.
Ed infatti rispetto alle legittime quanto condivisibili critiche del Presidente Gelsomino sullo stato di abbandono in cui versa la città (crisi istituzionale dovuta dall’assenza del Sindaco, Vice- Sindaco e funzionari, strade dissestate, traffico, rifiuti, opere inutili e dannose come le rotatorie, ritardi nell’attuazione del PNRR e dell’agenda urbana, pervicacia per approvare il PSC che prevede imponenti volumetrie in aree oggi destinate a verde, carenza di manutenzione in generale, dei parchi e delle scuole), registriamo una replica del tutto sterile e personalistica, priva di argomentazioni e con chiaro intento provocatorio. L’ Assessora Petrusewich, poi, si lascia andare ad un lungo e autoreferenziale quanto noioso elenco di piccole cose realizzate in questi anni, durante i quali, mai si è lasciata andare ad un seppur tenue ringraziamento verso le precedenti amministrazioni che hanno realizzato biblioteche, musei, centri sociali etc. di cui l’assessora stessa, però, si vanta.
Pensavamo che non si trovassero più figli del fallito comunismo internazionale che, inseguendo il mito della rivoluzione, hanno provocato gravi danni al Paese che tutti conoscono. Ciò che residua di questa vecchia cultura dovrebbe avere il buon senso, se non il pudore, di tacere.
Evidentemente ci sbagliavamo. Resta il fatto che le problematiche espresse dal Presidente Gelsomino restano senza risposta.
In ultimo, giova precisare che l’Ing. Gelsomino non ha criticato l’esercizio dell’autocritica in quanto tale, come subdolamente tenta di affermare la Petrusewich. Il termine autocritica era riferito ad un assessore, che avendo ricoperto ruoli importanti in precedenti amministrazioni, dovrebbe essere più prudente nelle sue dichiarazioni. Certamente, il Presidente Gelsomino non si riferiva alla Petrusewich. Attesa l’incapacità della stessa di avere il minimo dubbio sui suoi comportamenti amministrativi, il termine autocritica sarebbe suonato come un elogio”.
Così in una nota il Segretario della Federazione Riformista, Maria Pia Galasso, e il vice- segretario della Federazione Riformista, Fabio Liparoti.