“Una volta erano “comandanti”, buona parte con la “C” maiuscola; vivevano nei cortili,
insieme ai pompieri, respiravano la stessa aria, mangiavano alla stessa mensa, riuscivano
a capire l’importanza di chi opera sul campo, di chi fa soccorso.
Oggi ci troviamo davanti a semplici “carrieristi” definiti “manager”, gente di comodo
al sistema, personaggi spesso preoccupati soltanto dei propri interessi, per raggiungere
i quali si avvalgono di mezzi, metodi e personaggi molto discutibili.
D’altronde, leggere ancora una volta sulla stampa del fango catapultato sui vigili del
fuoco per colpa di qualche dirigente – ci riferiamo alle notizie diffuse dalla stampa
relative all’incendio del palazzo Torre del Moro di Milano – fa sempre male: a Cosenza
anche di più, perché quando sembra che certe tristi e vergognose notizie possano andare
nell’oblio, giunge qualche novità a risvegliare gli amari ricordi”. Lo affermano in una nota il coordinatore regionale USB Calabria, Francesco Cutruzzulà e il segretario regionale CO.NA.PO. Calabria, Fernando Spizzirri.
“Per questi dirigenti incollati alla poltrona – prosegue la nota – il soccorso è l’ultimo pensiero: i vigili sono pochi? Si chiudono le sedi, lasciando scoperto il territorio a danno dei cittadini! I mezzi sono vecchi ed insicuri? Una scrollata di spalle accompagnata dalla solita
frase di circostanza “questi abbiamo” e così una scusa per tutto, la trovano sempre…
mentre i vigili, quando chiamano i cittadini, si infilano nei catorci e cercano di correre
per soccorrere rischiando più di quanto le situazioni di pericolo rappresentano.
I vigili si chiedono spesso, anche tra sé e sé : “ quanto vale per un dirigente del genere
la vita di un Vigile del Fuoco”; “quanto vale il sacrificio di chi guida in sirena, rischia
la vita, rinuncia alle ferie, abbandona i propri affetti”? ed ancora : “ è mai possibile che
un carrierista della poltrona debba costruire la sua carriera sul sacrifico, sulla sicurezza
e sulla vita dei vigili?”
Aiutare la gente è importante ma anche i pompieri sono persone che lavorano per
portare una pagnotta ai propri figli!”.
“Nel comando di Cosenza si vive con esasperazione in un clima di continua tensione,
mentre il dipartimento sulla carta promuove le buone prassi per combattere lo stress
lavoro-correlato (parole, parole), per la conciliazione tra lavoro professionale e cura
della famiglia, per l’auto-aiuto psicologico tra colleghi mentre a Cosenza il dirigentucolo
di turno individua i soggetti più deboli e psicologicamente più fragili per farne dei
galoppini o meglio degli agenti segreti di spionaggio da utilizzare contro i colleghi per
tentare di difendere la sua indifendibile poltroncina già in passato sporcata in maniera
indelebile.
Questa è la denuncia che i lavoratori ci fanno pervenire; ci riferiamo a tanti lavoratori
di altre OOSS gialle e tanti altri lavoratori che – conclude la nota – per paura di ritorsione non esprimono il loro pensiero poiché il dirigente espleta una opera di “convincimento” in modo gravissimo ed anticostituzionale” per intimorire e minacciare ritorsioni contro di loro.
I vertici del dipartimento rimangono in vergognoso silenzio.
Ciò fa pensare: il dirigente di Cosenza avrà le spalle coperte? Da chi? Una piovra che
riesce a stendere i tentacoli sino a dentro al palazzo?”.