“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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LNDC Animal Protection chiede di costituirsi parte civile nel maxi-processo di Catanzaro: maltrattamenti, uccisioni di animali e violazioni sistematiche della normativa sulla sperimentazione

LNDC Animal Protection annuncia di aver partecipato alla prima udienza del procedimento penale attualmente in corso davanti al Tribunale di Catanzaro, relativo a un articolato sistema di presunti reati commessi all’interno degli stabulari dell’Università Magna Graecia, presentando la propria richiesta di costituzione di parte civile.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’ex Rettore e numerosi docenti, ricercatori e veterinari dell’Ateneo — insieme a funzionari dell’ASP di Catanzaro — sarebbero coinvolti in una rete organizzata dedita a maltrattamenti e uccisioni di animali, falsificazione di documenti, omissione dei controlli obbligatori e condotte corruttive mirate a occultare violazioni gravi e reiterate della normativa sul benessere animale.

Tra i capi di imputazione più rilevanti emergono l’associazione per delinquere, l’allevamento abusivo di animali da laboratorio, la mancata effettuazione di controlli sanitari obbligatori, la detenzione degli animali in condizioni igieniche e ambientali inaccettabili e l’uccisione di topi decapitati senza anestesia, in violazione della legge e delle autorizzazioni ministeriali. Numerosi sperimentatori e responsabili scientifici sono accusati di avere inflitto sofferenze crudeli agli animali utilizzati in diversi progetti di ricerca.

LNDC Animal Protection, rappresentata dall’avv. Michele Pezone, ha ritenuto doveroso intervenire in questo processo viste le gravissime accuse a carico degli imputati riguardo alla violazione dei diritti dei poveri animali utilizzati negli stabulari dell’Università. LNDC vanta una consolidata esperienza nelle battaglie giudiziarie in materia di sperimentazione animale, tra cui i casi Green Hill, Aptuit Verona e le vicende legate ai macachi dell’Università di Ferrara.

Le accuse contestate delineano un quadro di violazioni sistematiche e organizzate ai danni di animali destinati alla sperimentazione, pratica che continuiamo a considerare ormai obsoleta e da abolire a favore dell’utilizzo di metodi alternativi e sostitutivi. Fintanto però che si continuerà a utilizzare questo metodo di ricerca, è nostro dovere essere presenti in ogni sede e con ogni mezzo previsto dalla legge affinché venga affermato un principio fondamentale: il benessere animale non è un dettaglio, ma un obbligo legale e morale. Chi calpesta questi diritti deve rispondere delle proprie azioni“, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.

L’Associazione tornerà al Tribunale di Catanzaro il 17 dicembre per l’udienza in cui verrà confermata o meno la sua costituzione di parte civile e continuerà informare la cittadinanza sugli sviluppi di una vicenda che solleva ancora una volta gravi perplessità sulla sperimentazione animale e sulla necessità di controlli rigorosi e indipendenti.

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