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Veraldi (Azione) torna a sollevare il problema randagismo a Catanzaro

«Il regolamento del Garante per la tutela degli animali c’è ormai dal 15 novembre dello scorso anno, ma i problemi legati al randagismo nel capoluogo di regione sono ancora tutti sul piatto». Il consigliere comunale di Azione Stefano Veraldi torna così sulla nomina del Garante per la tutela degli animali deciso com’è a non mollare la presa su una vicenda che, a distanza di sei mesi dal lancio dell’avviso pubblico predisposto al fine di raccogliere le candidature, Veraldi bolla ancora come «poco chiara». Lamenta una condotta politica che – spiega senza mezzi termini – «non ha dato senso alla politica di “tutela e protezione animali” avviata grazie a un mio emendamento  alle linee programmatiche di mandato del sindaco e votato dal Consiglio comunale». Nel mirino resta la nomina, firmata dall’assessore al ramo Nunzio Belcaro del consulente per il randagismo, che per Veraldi «è nulla».  Questioni procedurali invaliderebbero un atto rispetto al quale il consigliere di Azione stigmatizza anche «il silenzio assoluto e assordante del segretario generale». Ancora irrisolti, dunque, i dubbi che Veraldi continua a rilanciare rispetto ai criteri adottati dall’assessore Belcaro che – il consigliere di opposizione lo ricorda – ha protocollato la richiesta di consulenza tecnica non al settore che gestisce la Pubblica istruzione bensì a quello che si occupa di Igiene ambientale peraltro praticamente all’insaputa del dirigente Antonio Dominjanni». A dirlo le carte che, proprio in risposta a una richiesta di accesso agli atti targata Stefano Veraldi, che “questo settore (Igiene ambientale ndr) non ha istruito procedura di affidamento come consulente per il randagismo del Comune di Catanzaro”. Da qui l’intransigenza del consigliere comunale di opposizione che lamenta pure «la mancata verifica della disponibilità di personale interno a ricoprire tale incarico». Sullo sfondo requisiti stringenti che riconducono all’articolo 7 del decreto legislativo 165 del 2001 e che portano Veraldi a ricordare: «Sono stati bypassati con una leggerezza tale da indurmi a pretendere urgenti chiarimenti su una vicenda che va ben oltre le competenze del professionista individuato e impatta direttamente sul rispetto di dettami legislativi che il Comune di Catanzaro non ha alcun diritto di calpestare». Da qui la richiesta di quel cambio di passo che per Veraldi dovrebbe anche rimettere al centro delle scelte politico amministrative cose di cui ormai non si parla più come – fa notare – la giornata dei microchip gratuiti, i voucher per le sterilizzazioni, l’assicurazione per i cani reimmessi sul territorio». E non è neppure una questione di fondi che mancano perché sempre Veraldi si chiede anzi «come si possano perdere fondi individuati proprio grazie al mio emendamento soltanto a causa del mancato interesse di spenderli». Tutto mentre – precisa ancora Veraldi – «resta da costituire l’Ufficio tutela animali previsto da un regolamento che sarebbe anche il caso di adeguare alla nuova legge regionale in materia di randagismo e tutela animale che impone e obbliga numerosi aspetti che sicuramente sono oscuri a chi ha in mano un assessorato e a chi è proprietario (il sindaco) dei randagi sul territorio oltre che massima autorità sanitaria e di tutela di tutti gli animali presenti nel suo circondario». Sullo sfondo l’amarezza di un consigliere comunale che raccoglie e fa sua quella che descrive come «la delusione di cittadini sfiancati anche dal mancato coinvolgimento sul tema degli enti del Terzo settore mentre – questo l’aspetto che Veraldi non perde mai di vista – gli animali restano in balia di se stessi a bordo strada o nei canili convenzionati. Nota positiva – riconosce l’esponente di Azione – l’inizio del riconoscimento delle colonie feline, grazie allo spirito di dedizione del funzionario del settore Igiene ambientale Franco Longo, per le quali si spera possa esserci il supporto di un’associazione di tutela come legge regionale prevede, che dovrebbe avere una continuazione seria ed efficace consistente nella sterilizzazione di tutti i felini di colonia e non». Perché serve però costanza tant’è che Veraldi stigmatizza su tutti i fronti iniziative biennali e bolla come «inaccettabile l’oasi canina di San Floro gestita dalla Catanzaro servizi che non rispetta neanche il decreto del commissario ad acta come per legge e che è ancora oggi l’esempio plastico di sperpero di denaro pubblico, altro che aggressione delle spese».

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