«Che la mancata realizzazione della seconda isola ecologica non sia tra le cause di un’eventuale rescissione del contratto stipulato dal Comune di Catanzaro con la Si.Eco. è tutto da dimostrare e comunque sarà la commissione di vigilanza a decidere sulla questione». È la controreplica del consigliere comunale Stefano Veraldi a quanto asserito dall’assessore all’Ambiente, Aldo Casalinuovo. Partita tutt’altro che chiusa, dunque, con Veraldi che, anzi, rilancia: «Il carteggio già inviato a Roma sarà presto depositato anche in procura».
Sullo sfondo – fa notare l’esponente d’opposizione – «non ci sono di certo mie “fantasie” ne tantomeno “una personalissima e ossessiva battaglia” con il settore retto da Casalinuovo. Purtroppo per la città – asserisce un consigliere comunale che di questioni ambientali si occupa da ben prima del suo ingresso a Palazzo de Nobili – c’è una totale continuità con l’amministrazione Abramo che di certo non merita chi ha puntato sul sindaco Fiorita per agguantare il cambiamento». A dirlo è un consigliere che, senza troppi giri di parole, rivendica il suo ruolo di rappresentante eletto democraticamente e bolla l’assessore come «un nominato che, al contrario degli inquilini dell’aula rossa, non rappresenta il voto popolare e dunque la cittadinanza bensì unicamente se stesso». Rispetto dei ruoli da un lato e totale discordanza sui contenuti dall’altro lo portano quindi a tenere il punto e a farlo senza retrocedere di un millimetro sulla mancata realizzazione della seconda isola ecologica quale eventuale causa di rescissione contrattuale con la Si.Eco. A tal proposito, anzi, Veraldi rispolvera persino un post pubblicato su Facebook dall’attuale primo cittadino per dare atto al consigliere comunale Eugenio Riccio di aver fotografato “esattamente la situazione sia in ordine alla irragionevolezza della delibera comunale che dispone la realizzazione del secondo centro di raccolta sia in ordine ai profili legali che pone il mancato rispetto dell’impegno assunto dalla Si.Eco. al momento della vincita dell’appalto sia in ordine al sostanziale clima di fine consiliatura che si respira in Comune”. Veraldi, in pratica, riavvolge il nastro della storia fino al mese di settembre del 2018 quando l’allora consigliere comunale Nicola Fiorita palesava sui social tutta la sua preoccupazione per “i profili legali che – scriveva – pone il mancato rispetto dell’impegno assunto dalla Si.Eco.”. E Veraldi non sembra proprio in vena di sconti quando scorrendo tra le righe dello stesso post si concentra sul passaggio che recita “mi limito solo ad aggiungere che il 2 maggio 2018 il dirigente di settore, Bruno Gualtieri, evidenziava in una sua nota come il mancato rispetto da parte della Si.Eco. della realizzazione di quanto previsto nel capitolato doveva determinare la risoluzione del contratto”. Lo fa per sottolineare come allora fosse lo stesso Fiorita a «puntare il dito contro la mancata rescissione contrattuale che oggi un suo assessore nega con forza».
E non finisce qui. Veraldi, in effetti, torna a esigere risposte mai ottenute e, come un fiume in piena, continua a chiedersi «perché l’assessore non dia risposte sulla mancata realizzazione del sistema di pesatura e sulla mancata applicazione delle penali». Tutto mentre «la commissione Ambiente attende ancora di visionare i report di Si.Eco. e Verdidea che riguardano lo sfalcio e che l’assessore non ha mai consegnato». E poi il cronoprogramma di sfalcio: anche quello Veraldi dà per «disperso».
Mancate pubblicazioni e inviti in commissione caduti nel vuoto riportano, dunque, l’esponente di opposizione sul piede di guerra e rilanciano la domanda delle domande: «Casalinuovo ci dica cosa intende fare». Di certo c’è che Veraldi appare sicuro del fatto suo al punto da invitare l’assessore a un confronto pubblico sulla questione «che, per quel che concerne la Tari, spieghi ai cittadini le ragioni di tariffe sproporzionate rispetto al servizio offerto dalla Si.Eco.».