“La guerra contro le morti bianche, consumate in silenzio nei cantieri e nei posti di lavoro, miete un’altra vittima. Aveva 74 anni il lavoratore lametino, caduto ieri da un ponteggio alto 6 metri: trasportato prima al “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme e poi al Pugliese Ciaccio di Catanzaro tramite l’elisoccorso, non ce l’ha fatta. E noi raccontiamo ancora una volta del dolore delle famiglie e dei colleghi, dell’impotenza e della frustrazione di non poter incidere attivamente nel contrasto all’illegalità diffusa nei luoghi di lavoro: le aziende devono utilizzare tutti gli strumenti di prevenzione previsti dalle normative, e fino a quando chi non si adegua e non rispetta le regole non sarà perseguito noi racconteremo ancora di dolore e morte”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
“I dati Inail 2021 – aggiunge – parlano di 1221 vittime, senza contare gli infortuni non dichiarati perché avvenuti in contesti di lavoro nero o all’interno di forme di illegalità. I primi due mesi di questo anno raccontano di un aumento del 47,6% degli incidenti. Quello che addolora ancora di più riflettendo su questa tragedia è che a 74 anni, invece del meritato riposo per una vita di impegno e sacrifici, quest’uomo era su un ponteggio, rincorrendo quel contributo in più che mancava per l’agognata quiescenza. Bisogna dire basta alla dilagante precarietà, al part time involontario, al finto lavoro autonomo, al lavoro povero e sommerso, per puntare su un lavoro con pieni diritti e qualità: solo in questo modo potremo garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro e smettere di contare i morti – conclude Scalese –. Alla famiglia di questo lavoratore il più sentito cordoglio della CGIL Area Vasta”.