“Le politiche culturali a Catanzaro vanno radicalmente riscritte. C’è bisogno di partecipazione, altrimenti il potenziale di crescita per la città sarà vanificato. È un’idea che abbiamo già espresso e che ho ribadito nel corso del confronto tra i candidati sindaco, organizzato da AMA Calabria, che ringrazio per l’invito unitamente al suo direttore artistico, Francesco Pollice. L’occasione di dare un nuovo governo al Capoluogo è cruciale per il comparto della cultura. Parliamo di un ambito che in anni recenti ha dimostrato una vivacità e una vitalità uniche in tutto il panorama calabrese, con un’offerta che non trova paragoni altrove. E non è un caso se dopo il biennio drammatico della pandemia, la ripartenza si presenta già ricca di appuntamenti. Ma occorre appunto la partecipazione. Gli operatori culturali debbono poter svolgere pienamente, più di quanto già non facciano, la loro funzione di creare tessuto sociale nel senso più ampio del termine, garantendo un’offerta di qualità, aggregando, favorendo gli scambi all’interno della comunità, rafforzandone i tratti identitari. Solo così la cultura, pur restando nutrimento dell’anima, riesce anche a essere processo di crescita civile e fattore di sviluppo economico. A Catanzaro, invece, le politiche culturali sono state tutt’altro. Niente partecipazione, niente progetto, niente visione. Solo la buona volontà dei singoli operatori, animati dall’amore per il proprio lavoro e da uno spirito di sacrificio più unico che raro.
A poco vale aver firmato in piena campagna elettorale il protocollo per un ipotetico Politecnico delle Arti. Una caduta di stile del sindaco Abramo che però non basta a nascondere un dato di fatto: oggi la cultura a Catanzaro è stata appaltata a poche persone che, rivestendo contemporaneamente più ruoli, accentrano totalmente le decisioni, la spesa, i finanziamenti. Sia chiaro: la filosofia di unire le esperienze culturali dei soggetti interessati all’Alta Formazione è giusta. Credo però che le linee guida di questo percorso debbano essere prerogativa del Consiglio Comunale e non di una ristretta cerchia che evidentemente punta a gestire in maniera verticistica tale processo. Dovrà essere la massima assemblea elettiva a decidere sulle politiche culturali, pronunciandosi sulle decisioni, i protocolli e le intese decise d’imperio da Abramo e dalla ristretta cerchia di persone che con lui hanno fatto il bello e il cattivo tempo.
Sulle politiche culturali, il progetto che noi offriamo alla città poggia su alcune idee-forza, semplici, chiare, realizzabili. In ambito musicale, pensiamo a una vera e propria LA CITTA’ DELLA MUSICA. Sono veramente molto orgoglioso degli endorsment ricevuti da artisti del calibro di Eman, Ettore Castagna e Januaria Carito. Talenti indiscussi che si sono affermati nei rispettivi filoni musicali e che comunque non sono i soli ad avere percorso la strada del successo. Da decenni Catanzaro e la musica hanno un rapporto privilegiato. Non è un caso che in città sia nato il Museo del Rock, una realtà che i tantissimi personaggi di caratura nazionale e internazionale che vi sono passati hanno definito senza indugio unica in Italia. Il Museo non può essere lasciato sulle sole spalle del suo fondatore e di pochi altri appassionati. Merita un grande progetto, all’altezza del ruolo culturale che svolge. C’è bisogno di un sito, di un catalogo, di una strategia di comunicazione ma anche di attrazione su più fronti. Il Museo del Rock potrebbe essere fulcro di progetti che richiamino il variegato e complesso mondo dei singoli artisti e delle band, organizzando residenze creative o formative, dotate della tecnologia audio/video necessaria. Il cosiddetto circolo virtuoso, che sarebbe inevitabilmente premessa per un grande appuntamento musicale con le star del pop e del rock”.
Così, in una nota, il candidato sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita.