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La CasaPaese per demenze di Cicala presente all’European Crowdfunding Festival

“Una svolta etica per una CasaPaese che potrebbe essere intesa come la casa della società più fragile. Una grande speranza di cambiamento”. Così è stato definito il progetto della CasaPaese per demenze di Cicala nella due giorni dell’European Crowdfunding Festival  ospitato all’Università di Bari e che ha visto la presenza di esperti di fundraising e di crowdfunding di ogni parte del mondo.

Il progetto di CasaPaese è stato intercettato dalla Ceo della European Crowdfunding Festival dott.ssa Rosa Porro esperta di crowdfunding, proprio grazie alla singolare opera di comunicazione costruita per raccogliere fondi necessari alla nascita della singolare struttura. Un impianto mediatico che, per certi aspetti, non è stato focalizzato solo sull’aspetto economico ma su una singolare maniera di resistere alle decisioni politiche regionali e nazionali spesso lontani dai bisogni della popolazione e alla legge penalizzante dei mercati che spesso non danno la possibilità di reperire le risorse necessarie per far crescere e promuovere un’idea, come la CasaPaese, che in fondo è partita dal basso. Da un bisogno concreto.

Il crowdfunding di CasaPaese si è trasformato in un nuovo pensiero di cura nei confronti delle persone con demenza, in una nuova filosofia che ha contaminato tante persone.  Non una semplice raccolta fondi, ma una raccolta di emozioni e di relazioni che, a loro volta, sono diventate la benzina per il reale “credo” costruito intorno al progetto. Questi sono stati i requisiti vincenti che hanno costituito quel potenziale necessario per sviluppare ideali solidi intorno al progetto di crowdfunder. “L’emozione di presentare il progetto a esperti di ogni parte del mondo è impossibile da spiegare. Anche perché ho reso nota la vicinanza di tanti amici che hanno fatto tanto per CasaPaese.  Le fasi iniziali della raccolta fondi – ha detto il presidente della RaGi Elena Sodano – non sono state facili perché la realtà calabrese in cui ci troviamo ad operare costituisce solo la punta di un iceberg formata da questioni molto più profonde e complesse che ho spiegato durante l’intervento. Ma siamo riusciti a portare avanti un vero e proprio cultural turn che ha coinvolto lo stile di vita, il pensiero, le opinioni delle tante persone che abbiamo incontrato. Durante il percorso si sono rese necessarie strategie alternative e cambiamenti, per un crowdfunding e che risponde ad un nuovo senso di comunità Siamo molto soddisfatti per le reti di cooperazione che abbiamo tessuto al festival. Continueremo con serenità il percorso intrapreso pensando adesso all’apertura di CasaPaese”.

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